Politiche 2018: saranno elezioni inutili.

Di Maio, Salvini, Berlusconi, Renzi o chicchessia si candidi alla ‘Premiership’ del Paese non entrerà mai da solo a Palazzo Chigi. Per andare al governo, infatti, servono i voti, tanti voti, più del 50 per cento. Litigano tra loro per
ottenere quel premierato che non è alla loro portata per una mera questione aritmetica. Nessuno di loro – a meno di un miracolo, cosa assai improbabile in un mondo dove neppure i Santi fanno più questo di mestiere – avrà la possibilità di prevalere sull’altro. Al massimo ci sarà chi raggiungerà il 28/30 per cento, ma non sarà sufficiente per governare da soli. Oltre il 50 per cento degli aventi diritto diserterà il voto, e coloro che, turandosi il naso, si recheranno alle urne bocceranno i partiti tradizionali, incapaci di mettere a segno neppure uno straccio di legge a favore dei cittadini, e – nonostante il fallimento della giunta romana – metteranno ‘la croce’ sui 5stelle. Ma anche i voti dei pentastellati non saranno abbastanza per mandare i grillini a Palazzo Chigi. Insomma, saranno delle votazioni inutili. E quando lorsignori si accorgeranno di aver perso tempo e sprecato – come sempre – una montagna di denari pubblici, perché il voto non consegnerà al Paese nessuna maggioranza in grado di governare, allora saranno costretti ad “inciuciare” per formare un qualche esecutivo e continuare a vivacchiare come sempre. Ovvero, male, molto male, per i più e bene, molto bene per i soliti noti.

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