Per il Recovery Fund si vota all’unanimità.

di Attilio Runello. Il dibattito sul Recovery Fund sta riempiendo le pagine dei giornali e le tribune televisive. Uno degli argomenti è quello della durata stessa del vertice di Bruxelles, il dibattito fra i paesi del sud e i cosiddetti ‘frugali’, le cifre che si vanno rimodellando. Ma uno dovrebbe essere cruciale: la decisione va presa all’unanimità o è sufficiente una maggioranza qualificata?
Il sito del Consiglio europeo recita: “Il Consiglio deve votare all’unanimità su una serie di questioni considerate sensibili dagli Stati membri. Ad esempio:
– politica estera e di sicurezza comune (esclusi alcuni casi ben definiti che richiedono la maggioranza qualificata, quali ad es. la nomina di un rappresentante speciale);
– cittadinanza (concessione di nuovi diritti ai cittadini UE);
– adesione all’UE;
– armonizzazione della legislazione nazionale in materia di imposte indirette;
– finanze UE (risorse proprie, quadro finanziario pluriennale);
– alcune disposizioni in materia di giustizia e affari interni (Procura europea, diritto di famiglia, cooperazione di polizia a livello operativo, ecc.);
– armonizzazione della legislazione nazionale in materia di sicurezza sociale e protezione sociale.”

Il comma che parla di finanze Ue – parliamo da non esperti – ci sembra quello che va applicato al dibattito sul Recovery Fund.
In altre parole se si dovesse arrivare a una votazione il testo proposto inizialmente dalla Commissione non passa.
Tuttavia siccome ci sono diversi aspetti su cui trattare è possibile che si giunga a un accordo.
Ricordiamo che si parla di un importo a fondo perduto è uno in forma di prestito, si parla dei criteri con cui devono essere divisi fra gli stati questi importi, si parla poco di come devono essere restituiti dall’Unione europea i soldi dati agli Stati a fondo perduto.
Se l’Unione europea tramite l’emissione di bond rastrella dal mercato cinquecento miliardi e li concede a fondo perduto agli Stati come farà a restituirli alla scadenza?
Si è parlato di dare una capacità fiscale all’Unione, di attingere al bilancio. Comunque in qualche modo andranno restituiti.
Al momento sembra ci sia sul tavolo una proposta di trecentocinquanta miliardi a fondo perduto da parte dei paesi ‘frugali’, un appoggio alla posizione di Conte da parte del tanto criticato Orban, una dichiarazione di Macron a non scendere al di sotto dei quattrocento miliardi.
Probabilmente non c’è una volontà di giungere a una votazione sino a quando manca un accordo fra le parti.

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