Oggi riaprono le librerie in tutta Italia, ma non in Lombardia, Campania, Sardegna e Lazio!

di Redazione. Va bene la gravità della situazione, va bene pure l’attenuante che non si riscontrano precedenti simili nella gestione di una tragedia umana, sociale ed economica di questa portata, ma che confusione! Che manicomio! No si capisce più nulla!

Tralasciamo le contraddizioni e gli errori dell’inizio pandemia tra chi sosteneva che trattavasi di una comune influenza e chi no, tra chi diceva che le mascherine non servivano a nulla e chi no, ecc, ecc. Adesso la disputa è tra chi deve aprire e chi restare chiuso, tra governo, governatori e sindaci che aprono e chiudono senza attenersi ad una unica direttiva. E noi che sognavamo tutti i paesi dell’Unione Europea allineati ad un unico codice comportamentale almeno nella contingenza dell’emergenza Covid-19! Ma se non riusciamo neppure qui da noi, in Italia, a mettere d’accordo Conte con Fontana e Fontana con Sala?

E in questa confusione, proprio oggi, librerie, cartolerie e negozi di abbigliamento per i bambini riaprono le saracinesche in tutta Italia. Oggi, infatti, dovrebbero scattare le ‘integrazioni’ al lockdown, che il presidente del Consiglio ha prolungato venerdì scorso, fino al prossimo 3 maggio, con il suo Dpcm. Si permette, dunque, la riapertura di alcuni negozi, come annunciato dallo stesso premier, che ha parlato di qualche “piccola variazione: dal 14 aprile riapriamo cartolibrerie, librerie, negozi per neonati e bambini“. 

Riaperture che non valgono per due regioni: Lombardia e Campania, che si sono opposte alla misura. Come pure per il Lazio, dove la riapertura delle librerie è rimandata al 20 aprile, per garantire le misure di sicurezza necessarie, come stabilito dall’ordinanza emanata oggi dalla Regione Lazio. Librerie, cartolerie e negozi di vestiti per bambini chiusi in Sardegna sino al 26 aprile e vietata l’apertura degli esercizi commerciali il 25 aprile e l’1 maggio, come deciso dal governatore Christian Solinas che ha firmato nella notte l’ordinanza più restrittiva delle misure decise dal Governo nell’ultimo Dpcm.

Insomma, una grande confusione! Ma una cosa è certa: non ci libereremo tanto facilmente del Coronavirus! Infatti, una volta che l’emergenza sarà passata, quando inizierà la cosiddetta “Fase 2” quella della riapertura, tanto per intenderci, quando potremo tornare ad uscire di casa e, magari, anche al lavoro, torneremo sì alla vita di tutti i giorni, ma con il freno a mano tirato. Perchè la distanza minima di sicurezza e la mascherina saranno must quotidiani.

È ormai abbastanza chiaro come la nostra vita nel post-coronavirus non tornerà esattamente come prima, anzi si prefigura piena di criticità, almeno fino a quando non arriverà un vaccino a proteggerci al “cento per cento” dal contagio.

Infatti, Covid-19 continuerà a circolare, seppur in misura ridotta tra la popolazione, e a far paura! Motivo per il quale dovremo sempre mantenere la guardia alta: il distanziamento sociale e le mascherine continueranno a farla da padrone e saranno obbligatorie.

Ciò detto, la regola numero uno dovrebbe essere in primis quella che tutte le persone libere di muoversi, lavorare e circolare abbiano ricevuto il via libera dalle competenti autorità sanitarie previo accertamento del loro stato di salute, in secundis per tutti i negozi, i luoghi di lavoro e i mezzi pubblici  la sanificazione degli ambienti e quindi gli ingressi scaglionati, entrata ed uscita separate e un percorso quasi obbligatorio da seguire all’interno dei locali, così da non incrociarsi più volte.

Prepariamoci, dunque, ad uscire ma indossando le mascherine e mettendoci disciplinatamente in coda ad almeno due metri di distanza l’uno dall’altro per prendere la metro e un litro di latte!

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