Proprio oggi che il Paese sprofonda nella spazzatura, Renzi sogna di restare a Palazzo Chigi fino al 2023.

Da una parte Bankitalia che affonda Renzi ed esorta il suo governo a tagliare il cuneo fiscale e a fare più investimenti pubblici. Da una parte l’Istat che continua a sfornare dati sempre più sconcertanti su occupazione e crescita che non decollano di “uno zero virgola”. Da una parte l’Italia che sprofonda, sommersa di spazzatura con i cumuli di sacchetti dei rifiuti che crescono di ora in ora per lo sciopero dei netturbini che come milioni di altri lavoratori chiedono invano il rinnovo del contratto. Da una parte il popolo italiano che salassato dalle tasse e impoverito da stipendi e pensioni di gran lunga inferiori alla media europea domenica prossima sarà chiamato ad eleggere il Sindaco delle principali città italiane: Roma, Milano, Napoli e Torino.
E da tutt’altra parte il “premier senza voto” che continua a snobbare le elezioni amministrative del 5 giugno, forse perchè teme di averle già perse, e che si ostina a sostenere che con lui al comando il Paese ha ripreso a correre e che – qualora dovesse vincere il referendum di ottobre – potrebbe restare a Pazzo Chigi addirittura fino al 2023. Una minaccia agli italiani o una sua personalissima speranza di mantenere la poltrona? “Cambiare l’Italia è una responsabilità che toglie il respiro ma questo è il modo che ho scelto per essere me stesso. Se decidessi di votarmi sulla base di quello che leggo sui giornali non mi voterei. Sono tacciabile di arroganza ma è quello che penso quando leggo i giornali”. Dichiara Matteo Renzi a Milano annunciando che “introdurremo il principio anglosassone dei due soli mandati e io conto di arrivare al massimo a febbraio 2023. Dopo sarò libero cittadino, io devo cambiare il Paese e non un ufficio”. “Se vinciamo il referendum un politico su tre va a casa, per questo sono tutti contro di me”, ha spiegato il premier. Il presidente del Consiglio ha poi parlato della bellezza e dell’importanza della politica e ha invitato gli studenti a occuparsi della cosa pubblica e a scegliere per il loro futuro quello che più gli piace. E metti caso che agli italiani piacesse un nuovo governo e che domenica gli elettori non votassero i sindaci dem, cosa farebbe Renzi il giorno dopo? Si dimetterebbe o aspetterebbe il mese di ottobre quando gli arriverà lo sfratto referendario?

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