Fassina, la “terza via” tra il PD di Renzi e il M5S.

di Gerardo Lisco. Il problema di Sinistra Italiana è che fa fatica a proporre un modello terzo rispetto alle proposte del PD e del M5S. Proposta politica sì terza, ma capace di creare le condizioni di un’intesa che non può che essere con il M5S. Fassina ci sta provando con tutte le sue forze e dobbiamo sperare che a Roma ci riesca. Stessa cosa dicasi della lista presentata da Airaudo a Torino e da Rizzo a Milano. Un primo dato positivo è il no di Fassina a Giachetti. Se dovesse accettare di sostenere al secondo turno Giachetti il progetto di Sinistra Italiana sarebbe da dichiarare immediatamente defunto. Fassina più marca la propria distanza dal PD di Renzi e più acquista credibilità e allarga il proprio spazio rispetto sia al PD che al M5S.
Il modello che propone il PD di Renzi rappresenta la svolta definitiva, in senso liberista e a favore delle oligarchie finanziarie, avviata dalle Terze Vie (New Labour, Neue Mitte, New Democrat, ecc.); se quelle scelte consentirono alle sinistre di rivincere le elezioni andando al Governo in molti Paesi, in altri, come l’Italia, ha coinciso con una definitiva svolta a destra. Di fronte alla crisi del Liberismo i vari Socialismi europei, invece di elaborare un modello alternativo, hanno scelto di proseguire nell’esperienza diventando totalmente subalterni ad esso e agli interessi materiali che rappresenta. In Italia la svolta definitiva a destra si è avviata con Monti e tenta di completarsi con Renzi. Di questa fase i gruppi dirigenti di provenienza ex DS ne sono totalmente responsabili, da qui anche la loro scarsa credibilità. Nell’attuale contesto i ceti politici provenienti tanto da destra quanto da sinistra hanno finito con il confondersi e con il sovrapporsi. Il mescolamento complessivo di ceti politici e di elettorati sta dando origine a nuove formazioni politiche. Alcune delle quali come Podemos e M5S si pongono al di là delle tradizionali categorie destra/sinistra. Altre come il modello che persegue il triumvirato Renzi, Boschi, Verdini sono chiaramente di ispirazione liberista e transanazionale come, nel caso italiano, si evince dai provvedimenti prodotti dal Governo. Renzi sta eseguendo i famosi “compiti a casa” imposti dalla Merkel. Se confrontiamo i provvedimenti prodotti dal Governo Renzi con la famosa lettera a firma Draghi/ Trichet, che costò la Presidenza del Consiglio a Berlusconi, scopriremmo che c’è una pedissequa osservanza delle indicazioni contenute in quella nota. Di fronte a questa realtà i ceti sociali che si sono rivolti verso formazioni politiche tradizionalmente di sinistra si trovano allo sbando e alle formazioni politiche che vogliono rifondare la Sinistra si pongono problemi di alleanze. L’elettorato del M5S ha una forte componente giovane e di gente istruita adusi alla e-democracy. Sono fondamentalmente deideoligizzati. Il modello che offrono è quello della partecipazione diretta, pongono l’accento su temi come l’acqua pubblica, la salvaguardia dell’ambiente, il trasporto pubblico, sviluppo ed energia ecocompatibile. Sono temi che suscitano interesse ma non possono essere ricondotti genericamente alle tradizionali categorie di destra/sinistra. Tra la proposta politica del PD e quella del M5S c’è sicuramente uno spazio politico ed è quello tradizionalmente riconducibile ai valori della solidarietà sociale, del mondo del lavoro, della difesa dei diritti dei lavoratori. Se i temi del M5S sono post ideologici, quelli sui quali potrebbe essere rifondata la Sinistra sono tipici della tradizione Socialista alla Corbyn per intederci. Lo spazio tra M5S e PD può essere conquistato a una sola condizione: smarcarsi e contrapporsi al PD. L’occasione è data dalle prossime elezioni amministrative del 5 giugno e del successivo ballottaggio. Fassina, Airaudo, Rizzo, per consolidare la proposta politica che rappresentano, devono essere radicalmente alternativi al PD e al ballottaggio sostenere in modo chiaro e netto il candidato del M5S dove sarà presente o astenersi nel caso in cui il candidato del M5S non fosse presente al ballottaggio. Devono prendere atto che il PD non è di sinistra e nemmeno di centrosinistra. Marcare in modo forte le distanze dal PD offrendo una proposta di Sinistra a quell’elettorato che altrimenti si asterrebbe o voterebbe M5S. Il voto al secondo turno al M5S serve per riconquistare la fiducia dell’elettorato sfiduciato e deluso. E’ da sciocchi pensare come nel caso di Roma che avendo Salvini e la Meloni manifestato il proprio endorsement per la Raggi al ballottaggio bisogna votare per Giachetti. Scegliere Giachetti a Roma o Fassino a Torino equivale a ridurre la scelta tra M5S e PD chiudendo la possibilità alla costruzione di un partito di sinistra, seppur minoritario, in grado di incidere su scelte fondamentali come il lavoro, i diritti sociali, l’uguaglianza e la giustizia sociale.

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