Nel Paese dei ‘furbacchioni’ lasciate che si rubi, a patto che lo si faccia con moderazione.

di Vittorio Feltri. Viene voglia di scherzare osservando quanto avviene in Italia e forse in tutto il mondo. I grillini hanno messo sulla bandiera l’onestà, poi si scopre che in casa loro si lavora e si paga in nero oppure si commettono scorrettezze amministrative abbastanza gravi.
Un tempo non lontanissimo i socialisti passavano per gente incline a grattare, al punto che un giornale satirico, quando scattò l’ora legale a marzo, in un titolo di prima pagina scrisse: panico nel Psi. Divertente.
Con la vicenda di Mani Pulite, inizio anni Novanta, divenne di moda la lotta alla corruzione: pareva che i politici fossero ladri, comunisti a parte.
Attualmente il mantra verte sulla percezione che il nostro simpatico Paese sia la patria dei furbacchioni che rubano a mani basse. Però se andiamo a leggere i dati internazionali, scopriamo che in realtà i compatrioti non sono affatto in vetta alla classifica dei manigoldi. Anzi, veleggiano sul fondo della graduatoria. Leggendo la quale ci rendiamo conto che la terra pullula di soggetti predisposti a fregare il prossimo e lo Stato. D’altronde non è una novità che viviamo in massa sul globo terracqueo tentando di fotterci l’un l’altro.
La nostra si sa è una società imperfetta che campa di espedienti; il più limpido degli uomini ha la rogna. Tra evasori fiscali seriali, furfanti di varia specie, ladri incalliti, assassini e violentatori sono pochi coloro che possono definirsi senza macchia.
E allora cosa vogliamo fare? O ci rassegniamo alla diffusa perversione del popolo, evitando ipocrisie sulla limpidezza morale dei nostri simili, oppure prendiamo atto di essere dei mascalzoni irredimibili e ci decidiamo a depenalizzare certi reati in modo da togliere ai magistrati la facoltà di perseguire a cazzo quelli che a loro stanno più antipatici, come, per esempio, i genitori di Renzi che appartengono probabilmente a una categoria di persone perbene con qualche debolezza finanziaria.
La mia proposta paradossale è la seguente: tolleriamo il possesso di droga purché in modica quantità. Non so se sia giusto o sbagliato, ma è così. Pertanto perché non sopportare un minimo di corruzione, direi fisiologica, visto che per avere una tac in tempi ragionevoli sei costretto a dare cento euro allo sportellista, altrimenti l’esame te lo fanno dopo sei mesi?
Veniamo al furto. È una consuetudine, e chi lo nega ha le fette di salame sugli occhi. Suggerisco: lasciate che si rubi, a patto che lo si faccia con moderazione. Se il bottino è contenuto sia considerato legittimo.
Lo so che il mio discorso è assurdo, tuttavia proprio per questo è sensato.

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