Dugin, l’ideologo di Putin, e la sua lettura dei ‘fatti’ ucraini.

Aleksandr Gel’evič Dugin, politologo, pensatore e filosofo russo. A Mosca lo chiamano “l’ideologo di Putin”. Insomma, Dugin sarebbe un pò come il Cacciari dei noantri per la Sinistra italiana, e il Giornale, lo ha intervistato per raccogliere una lettura dei fatti ucraini diversa da quella occidentale. Dugin, infatti, è molto vicino al Cemlino e conosce molto bene Putin, di cui, per altro, smentisce presunte malattie: “I modelli della disinformazione in casi del genere sono sempre gli stessi: far passare l’idea che un leader politico sgradito sia pazzo, malato, che non controlla più la situazione. Invece Putin è sano, lucido e molto forte. Mai stato meglio.

E allora chi meglio di lui può cercare di spiegare che cosa abbia in testa Vladimir Putin?

“La popolazione appoggia completamente Putin – dice Dugin al Giornale, quando gli viene rifeirito che sui giornali e sulle tv vediamo arresti e proteste a Mosca, e ribadisce – Non c’è una vera opposizione. E non tanto perché c’è una censura contro chi critica le operazioni militari in Ucraina, ma perché il popolo russo è davvero solidale con il Presidente. L’opinione pubblica qui ha ben chiari gli scopi di Putin ed è preparata perché comprende che la pressione della Nato conto le nostre frontiere è inaccettabile”.

Insomma, l’invasione, la guerra, va condannata, ma qualche colpa potrebbe avercela pure la Nato.

“Dopo il 1989 la Russia ha perso autorità sulle sue zone di controllo a favore dell’occidente e l’occidente ha acquistato influenza in questo vuoto – spiega Dugin – Si è dissolto il patto di Varsavia e si è rafforzata la Nato”.
Poi sono arrivate la rivolta del 2014 a Kiev, piazza Maidan, l’annessione della Crimea, la guerra nel Donbass. “L’Ucraina si è separata dalla Russia ed è diventata indipendente a poco a poco si è avvicinata alla Nato – continua il filosofo – ma ha potuto farlo perché negli anni Novanta quella di Gorbaciov e poi di Eltsin era una Russia debole. Ma quando è tornata forte con Putin, la pressione permanente della Nato contro i nostri confini, qualcosa che nessuno può negare, non è stata più accettabile”.

Secondo Dugin sarebbe bastato che la Nato vietasse all’Ucraina l’ingresso nell’AlleanzaCosì non è andata “ed ecco la guerra”.

Ma quali sono gli scopi di Putin? Sarebbero due, dice Dugin.
Primo: “Denazificare un Paese il cui governo ha non solo tollerato ma appoggiato i gruppi neonazisti per dare forza ad una identità nazionalista ucraina basata sull’odio contro i russi. Una identità artificiale creata attraverso una ideologia che l’Occidente ha finto di non vedere perché odiare i russi è più importante che odiare i nazisti.”.
E secondo: “Cambiare il regime politico a Kiev per fare ritornare l’Ucraina nella sfera politica, militare e strategica russa. cambiare il regime politico a Kiev per fare ritornare l’Ucraina nella sfera politica, militare e strategica russa. Attenzione: l’operazione militare in corso non è una guerra contro la Nato. Ma una operazione per difendere una zona di interesse vitale per la Russia, la quale zona a lungo è stata indirettamente occupata dal potere occidentale durante un momento di debolezza di Mosca”.

Invasione, operazione militare, guerra, ma quando finirà tutto questo? Ci vorrà ancora “un mese”, assicura Dugin, prima che la guerra abbia fine. “Sconfiggere un esercito di 600mila soldati, che ha dalla propria parte l’appoggio e la propaganda di tutto l’Occidente non è facile. Nessuno qui credeva in una vittoria breve. Intanto la Russia però ha il controllo totale dei cieli. L’esercito russo vincerà. Non c’è alcun elemento inaspettato in questa guerra per Putin”.

Ma i timori di tutti noi sono sul ricorso alle armi nucleari in caso di escalation del conflitto, ma l’ideologo dello Zar rassicura:  “Questo è l’unico vero problema, anche per noi. Tutto dipende dagli Stati Uniti. Se Washington si limita alle sanzioni, alle pressioni politiche e agli appoggi economici all’Ucraina, insomma se l’Occidente sosterrà indirettamente Kiev tutte azioni legittime non succederà nulla. Se però ci sarà un attacco diretto della Nato, allora la Russia risponderà con mezzi simmetrici. Se ci sentiremo minacciati sul nostro territorio, useremo le armi nucleari”.

You may also like...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *