Mar Rosso: i costi della crisi.

di Attilio Runello. Le guerre, le sanzioni, i rischi nelle vie di comunicazione hanno conseguenze sull’andamento dell’economia dei paesi interessati. In questi ultimi due anni abbiamo visto una frenata dell’economia tedesca probabilmente dovuta ai costi dell’energia e alle sanzioni imposte alla Russia, importante partner commerciale.

Lo stesso potrebbe avvenire alla nostra economia a seguito della crisi del mar Rosso. Il lancio di missili da parte degli Houthi su navi commerciali che passano attraverso il mar Rosso ha portato a un aumento del costo per il trasporto di un container. Si è passati da 1600 dollari ad oltre 6000. Non è la prima volta tuttavia che aumentano i prezzi dei trasporti. È ancora più grave quando si interrompono. Inoltre i nostri principali porti hanno già registrato una flessione del 20% del traffico commerciale.
Siamo un paese che ogni anno importa merci per circa seicento miliardi.
Dopo aver perso il gas russo ci siamo rivolti ad altri fornitori. Uno di questi è il Qatar. Le navi che provengono dal Qatar con il gas liquefatto devono passare attraverso il mar Rosso. Per il momento sembra  che ce ne siano tre ferme nel golfo Persico. Per questa stagione non corriamo grossi rischi. Le scorte sono sufficienti per le nostre necessità di questa stagione. Pertanto è importante che la diplomazia si muova per una descalation del conflitto medio-orientale.
Il protrarsi della massiccia operazione di Israele su Gaza ha come conseguenza la reazione degli altri movimenti finanziati dall’Iran, fra cui gli Houthi. Il gas del Qatar conta per il 10% sulle nostre importazioni di gas. Oltre al gas dal Qatar importiamo anche gran parte di quei prodotti che servono per la transizione energetica. Semiconduttori, batterie, turbine per pale eoliche, pannelli fotovoltaici.

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