M5S, Roma: democrazia diretta, petizioni e referendum sul web.

Ma chissenefrega  se le strade di Roma sono ancora piene di buche, se i lampioni non funzionano, se i cassonetti della spazzatura non bastano più a contenere i rifiuti e se gli autobus non passano mai. L’amministrazione 5 stelle è pronta a varare una “rivoluzione culturale” – come la chiama la Sindaca Raggi – “per passare in cinque anni da Mafia Capitale alla capitale della democrazia diretta”.
L’intenzione dei pentastellati è, infatti, quella di modificare lo statuto del Comune di Roma per favorire la partecipazione diretta dei cittadini alle decisioni più importanti per la città. Spazio dunque alle petizioni on line, al voto elettronico per i referendum comunali senza quorum e al bilancio partecipativo. Grillo plaude all’idea della Sindaca: “Gianroberto Casaleggio sarebbe orgoglioso di voi”. Di parere diametralmente opposto il Pd, che non risparmia critiche al vetriolo ai 5stelle. Il deputato David Ermini parla di “ennesima prodezza dei cervelloni della Casaleggio associati ai danni della Capitale: il Campidoglio privatizzato da una società di consulenza digitale attraverso la piattaforma Rousseau. I recenti sondaggi, però, dimostrano che i romani si sono stufati di queste prese in giro e non ne possono più del circo Raggi”. “Cos’è un pesce d’aprile in ritardo? – interviene il senatore Stefano Esposito -. Democrazia diretta come a Genova, dove i voti dei militanti sono stati cancellati da Grillo perché non piaceva la candidata? Trasparenza come per i casi Marra, Romeo, Muraro? I 5 stelle pensassero ad amministrare la città, a far funzionare Atac, a raccogliere i rifiuti e chiudere le buche. È un anno che sono al governo della città producendo solo scandali e disastri conditi da guerre di potere e scontri d’interesse”. Lorenza Bonaccorsi: “Dopo Genova sentire i 5 stelle parlare di democrazia diretta è ridicolo. Non contenti del manuale Cencelli per le nomine ora vogliono consegnare definitivamente la vita della Capitale al controllo della Casaleggio associati? Altro che democrazia diretta, cercano il controllo diretto”.

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