L’uomo non è una merce. Occorre un’altra idea di società!

di Maria Pia Caporuscio. Da quando ha avuto inizio il capitalismo, gli esponenti di questa che possiamo ben definire “violenza” si sono arrogati il diritto di manipolare il cervello della popolazione, indirizzandolo verso un pensiero unico, tanto che la stessa popolazione ritiene “normale” questa cosa, non conseguenza della cattiva coscienza di questi bastardi.
La ritengono un fatto naturale quasi fosse un dio ingiusto ad aver affidato nelle mani di pochi individui ricchezze illimitate, privando tutti gli altri anche del necessario. Sono pochi quelli che sono riusciti a sottrarsi alla castrazione, continuando ad utilizzare il proprio personale cervello. Rigettando le teorie di questi dannati hanno scoperto che i ricchi esistono perché creano povertà, la quale a sua volta crea la loro ricchezza. Gli esseri umani per questa gente avrebbero un solo compito: lavorare il massimo guadagnando il minimo! La classe lavoratrice non si è mai resa conto che l’ideologia del capitalismo tende a ridurre i diritti vitali dei cittadini, esattamente al contrario dei sistemi socialisti tendenti ad allargarli. Ora questo sistema è degenerato fino a cancellare, non soltanto i diritti della classe lavoratrice, ma anche quei principi democratici, che la società si era dati. Un capitalismo dissolutore, che afferma un neoliberismo distruttivo, un turbocapitalismo arrivato a sostituirsi ai Parlamenti nazionali, con la mistica di governare una “crisi” da essi stessi prodotta, creando tra società e Stato un cratere di dissoluzione del tessuto sociale e morale, che provoca fame, suicidi, violenze, malattie sulla popolazione su cui questa austerity si scatena con forsennato vigore. La crescente concentrazione di aziende e multinazionali, contribuiscono in modo determinante alla mancata richiesta di manodopera e usano il loro potere monopolistico, per aumentare i prezzi senza passarne gli utili ai dipendenti, utili in fortissimo aumento ma a detrimento dei lavoratori. Stiamo tornando a un mondo nel quale è il capitale finanziario e non le qualifiche professionali o il livello di istruzione a determinare il reddito, quindi la ricchezza viene ereditata e concentrata verso l’alto in modo incontrollato. La crisi è frutto di un’economia a debito privato sul quale si è costruito un gigantesco castello finanziario, poi franato. Al contempo i salari si sono abbassati per via della tecnologia, della precarietà e della concorrenza mondiale tra salariati, usati come immenso esercito di riserva da comprimere flessibilmente. Inoltre il saccheggio della natura con l’esaurimento delle fonti non rinnovabili, incrementa costi e rischi, spiantando economie e generando migrazioni incontrollate, è il trionfo del profitto, come forma dominante. Urge un’altra idea di società che ponga gli esseri umani al disopra degli interessi monetari, imponendo un freno all’anarchia selvaggia del capitalismo. Necessita modificare le condizioni di miseria e di infelicità in cui si vive, risuscitando il significato storico del comunismo di Marx che, con ragione spaventa le borghesie, perché mira al riscatto delle popolazioni verso una valorizzazione del capitale umano, abbattendo la povertà per formare una società equa, opposta al “capitale” come intendono i capitalisti. Necessita risvegliare dal sonno mediatico la “ragione” e cambiare drasticamente direzione, altrimenti ci saranno sempre più vittime innocenti. Necessita ritrovare la fiducia nei principi di libertà, smettendola di costruire imperi finanziari con i debiti e l’inflazione che ci ha rovinati. Si impone l’abbandono di questo obsoleto e criminoso sistema causa di questo periodo storico spaventoso. Viviamo in una economia globale che grazie alla moderna tecnologia, alle comunicazioni, ai viaggi, agli scambi culturali, dovrebbe essere usata per promuovere le idee di libertà, di libero mercato, di moneta solida e di scambi commerciali, che potrebbero dar vita ad una nuova età dell’oro, invece si è globalizzato gli errori dei politici, dei burocrati e dei grandi banchieri, creando disperazione in tutti i cittadini del mondo impedendone il benessere. Sono state calpestate le nostre libertà personali negli ultimi dieci anni. Basta con questa oscenità di soldi creati dal nulla, ci si deve riappropriare della ragione, globalizziamo le nostre intelligenze se vogliamo che il pianeta Terra continui ad essere il pianeta della vita.

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