Papa Francesco: I cristiani devono immischiarsi nella politica!

Nessuna controindicazione e neppure nessun conflitto d’interessi per quei cristiani che vogliono, anzi che debbono interessarsi della “cosa pubblica” al fine di raggiungere il “bene comune”! Lavorare per il bene della collettività è un dovere e lo si deve fare sempre e ovunque, portando lo spirito cristiano e l’insegnamento del vangelo nelle scuole, negli uffici, negli ospedali e soprattutto in politica! Ad indicare la strada dell’impegno politico come risoluzione dei problemi dell’umanità e non come il raggiungimento del proprio status quo dettato dai propri personali egoismi di potere, notorietà, successo e denaro, è proprio “lui”, il capo dei cristiani nel mondo, quel Papa Francesco che con la sua umiltà e i suoi modi semplici, ma diretti, fermi ed efficaci e soprattutto con il suo esempio profuso nella vita di tutti i giorni, da la giusta carica a tutti i cristiani laici, spingendoli ad impegnarsi nella vita sociale e politica, a donarsi agli altri per il bene degli altri e non per il proprio tornaconto personale! “Noi cristiani non possiamo giocare la parte di Pilato, lavarci le mani, non possiamo, dobbiamo immischiarci nella politica perché la politica è una delle forme più alte di carità perché cerca il bene comune: i laici cristiani devono lavorare in politica!“. Ma la politica è sporca, fanno notare a Sua Santità, che risponde con la schiettezza e l’autorità che gli competono e che certamente lo faranno passare alla storia come un “grande” Papa: “Non è facile, la politica è troppo sporcata, si dice, ma perché? Perché i cristiani non si sono sporcati con lo spirito evangelico? E’ un dovere lavorare per il bene comune tante volte la strada per lavorare è la politica, ci sono altre strade, come quella del professore, ma sull’impegno politico, questo deve essere chiaro. Siate persone libere e non abbiate paura di andare controcorrente! La libertà vuol dire saper riflettere su quello che facciamo, saper valutare ciò che è bene e ciò che è male, quelli che sono i comportamenti che fanno crescere, vuol dire scegliere sempre il bene. Noi siamo liberi per il bene. Essere liberi per scegliere sempre il bene è impegnativo, ma vi renderà persone che hanno la spina dorsale, che sanno affrontare la vita, persone con coraggio e pazienza”. Parlando poi del concetto di “servizio”, il Papa ha ricordato ai ragazzi che rappresentano il futuro dell’umanità: “Nelle vostre scuole voi partecipate a varie attività che vi abituano a non chiudervi in voi stessi o nel vostro piccolo mondo, ma ad aprirvi agli altri, specialmente ai più poveri e bisognosi, a lavorare per migliorare il mondo in cui viviamo. Siate uomini e donne con gli altri e per gli altri, dei veri campioni nel servizio agli altri”. La Chiesa sta cambiando e il Vaticano, lo Stato Pontificio, la Curia romana o chiamatela come vi pare ha iniziato “il cambiamento” proprio dal suo leader massimo, dal suo esponente più autorevole, dal Papa! Ma gli stati, i governi, i politici, chi comanda il mondo e chi detta i ritmi e le condizioni della vita economica, politica e sociale di intere nazioni saprà e vorrà mai seguire la strada segnata da Papa Francesco? Al momento, qui a casa nostra, “35 saggi, 7 scribi e il Comitato dei 40″ starebbero lavorando al “cambiamento”. Ma ci vorrà senz’altro tanto tempo ancora e altrettanta pazienza prima di vedere i nostri “costosissimi” e “numerosissimi” onorevoli entrare finalmente a piedi e a ranghi ridotti in un sola, unica, Aula parlamentare! Del resto “il nostro” è o non è il governo delle “lunghe attese”?

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