L’unico ‘caso’ che interessa davvero agli italiani è la busta paga!

Caso La Russa. Caso Santanchè. Caso Del Mastro.

Qui c’è un solo ‘Caso’ che interessa veramente agli italiani: il costo della vita, il rincaro dei prezzi schizzato alle stelle. Mangiare, vestirsi, spostarsi, curarsi, insomma vivere, è diventato impossibile per tutte quelle famiglie che campano di stipendio, perchè la busta paga è troppo leggera!

Non è la solita tiritera, non è il solito pianto greco, ma la pura e semplice realtà di un costo della vita esorbitante e non direttamente proporzionale alla busta paga della stragrande maggioranza dei lavoratori italiani.

Gli stipendi da fame sono una innegabile evidenza, un dato di fatto inconfutabile, che però sfugge ai nostri governanti.

Una realtà che tutti gli italiani, che campano di reddito fisso e che pagano fino all’ultimo centesimo di imposte, sobbarcandosi anche le tasse di coloro che evadono ed eludono il fisco, vivono sulla propria pelle ogni volta che vanno al supermercato per la spesa, dal benzinaio per il pieno, all’ufficio postale per le bollette di luce, gas e spazzatura, oppure dal dentista o dal meccanico.

E’ tutto aumentato a dismisura rispetto a retribuzioni che sono ferme ormai da decenni. Le famiglie, anche per il rialzo dei tassi d’interesse imposti dalla Bce, sono in grave sofferenza e a fatica riescono ad arrivare a fine mese.

Ma la politica – maggioranza&opposizione – ha i ‘casi’ suoi a cui pensare e pertanto  lorsignori sono in tutt’altre faccende affaccendati.

Caro vita, retribuzioni, pensioni, scuola, sanità, sicurezza, trasporto pubblico, servizi al cittadino, insomma il vivere quotidiano della gente comune, non è una loro priorità. E il fatto che il cinquanta per cento degli aventi diritto non vada più a votare non li spaventa neanche un pò.

Sarebbe interessante vedere come andrebbe a finire se ci fosse il “quorum” per ogni tornata elettorale!

 

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5 Responses

  1. E.S. ha detto:

    Giorgia ci aveva promesso “prima gli italiani”, ma se sta sempre all’estero!?

  2. Anonimo ha detto:

    A dicembre del 2019, Grillo si presentò in pubblico a Roma con la mascherina e quando gli fu chiesto perchè disse che “vogliono rifare la società, igienizzarla”. A novembre si era recato in visita presso l’ambasciata cinese. Erano in diversi a sapere quello che sarebbe accaduto nei mesi successivi e uno di questi sembra essere proprio Beppe Grillo. È proprio da qui che dovrebbe partire una vera inchiesta sull’operazione terroristica del coronavirus.

  3. Salbetrand - MN ha detto:

    Carissimo ZINGARO, “personalmente non me ne frega niente dei casi loro, a quelli ci penserà la magistratura.” il fatto che a Te non freghi nulla, idem a milioni di Italiani, fa sì che i soldi per le pensioni, case popolari,.., non ci saranno mai!
    Grazie a questa politica a rimetterci sei sempre TU, Io,…
    ERgo il menefreghismo non conviene.In parlamento, sul tema delle lobby, ci sono solo proposte presentate delle opposizioni. Nessuna ha iniziato davvero l’iter per l’esame. Alla destra non interessa regolare la rappresentanza di interessi.
    Il presidente della commissione Affari costituzionali della Camera, Nazario Pagano (Forza Italia), aveva affossato il testo già discusso nella scorsa legislatura, avviando un’indagine conoscitiva. Ma si è arenata da maggio.
    Allarme dell’organizzazione The Good lobby: «Con l’abolizione del reato di traffico di influenze, ancora più urgente una legge sul lobbying per indicare cosa è lecito».

  4. Lo Zingaro ha detto:

    Caro Della Porta, personalmente non me ne frega niente dei casi loro, a quelli ci penserà la magistratura.
    A me interessa il mio stipendio da fame e che non aumenta, mentre tutto intorno è un caro prezzi da paura!
    A me interessa andare in pensione da vivo e non quando sarò morto!
    A me interessa che quando sto male in ospedale ci sia qualcuno in grado di curarmi!

  5. Della Porta ha detto:

    La villa dei La Russa-Santanchè. L’affare fatto (quasi) senza soldi. La favolosa plusvalenza ottenuta dai Santanché – La Russa con la vendita lampo della villa di Forte dei Marmi nasconde un altro segreto, che Domani può rivelare. È noto infatti che il 12 gennaio scorso, quando Dimitri Kunz e la sua partner d’affari Laura De Cicco hanno versato al sociologo Francesco Alberoni i 2,45 milioni di euro pattuiti per l’acquisto dell’immobile, poi rivenduto 58 minuti dopo a un milione in più.
    Adesso però risulta dagli atti che la coppia di soci è riuscita a saldare il conto grazie al denaro che aveva già ricevuto da Antonio Rapisarda, acquirente finale dell’immobile. Letto attraverso i documenti ufficiali, il ruolo di Kunz, compagno della ministra del Turismo, e di De Cicco, moglie del presidente del Senato, finisce quindi per assomigliare a quello di semplici intermediari. In sostanza, Kunz e De Cicco hanno intascato a gennaio un profitto di un milione (al lordo delle tasse) anticipando di tasca propria sei mesi prima solo 350 mila euro.
    «Ho chiesto a Laura De Cicco di condividere con me il rischio esistente in questa operazione immobiliare», ha dichiarato ancora Kunz, anche se, alla luce dei tempi e dei modi in cui è stata creata la provvista per l’acquisto della villa, il rischio finisce per apparire piuttosto ridotto. Vale la pena ribadire un dato di fatto che emerge dalle carte: a ottobre del 2022, tre mesi dopo aver anticipato i 350 mila euro fissati nel preliminare con Alberoni, Kunz e De Cicco avevano già recuperato ampiamente il loro investimento inziale grazie al milione versato da Rapisarda come caparra.

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