L’Italia brucia: prevenire è meglio che… spegnere!

di Attilio Runello. In questa estate torrida nel sud Italia si sono sviluppati molti incendi in diverse regioni. Ritorna quindi attuale il tema su come prevenire gli incendi e di quali strumenti bisogna dotarsi.
Gli incendi si sviluppano in parte per natura dolosa, vale a dire per opera di piromani che perseguono interessi o per fatti accidentali.
Naturalmente è quindi importante fare nelle scuole incontri di sensibilizzazione e adottare norme che non consentano di utilizzare le aree boschive bruciate per gli scopi perseguiti dai piromani.
Ma è ancora più importante dotarsi di sistemi che consentano di individuare tempestivamente un principio di incendio e una organizzazione che li spenga dal loro nascere.
Per avvistarli esistono sistemi di telecamere che controllano il territorio boschivo che registrano le variazioni termiche. Vanno distribuite su tutto il territorio con sale operative che sono in grado di dare l’allarme e che consentano a mezzi aerei o terrestri di intervenire prontamente. I sistemi aerei in questo caso sono gli elicotteri che dovrebbero poter contare su una rete di invasi da cui attingere acqua e riversarla sul luogo dove è stato segnalato un principio di incendio, in modo da spegnerlo sul nascere.
Di queste tecniche si parla nei piani antincendi, ma di fatto al momento rimangono lettera morta.

Naturalmente si potrebbero installare innanzitutto nelle aree che tradizionalmente sono più colpite, anche perché il patrimonio boschivo in Italia è molto vasto – contrariamente a quanto si pensa – e riguarda oltre un terzo del territorio italiano.

Riportiamo quanto segue dal sito della Cae, azienda che commercializza questi sistemi: “L’individuazione dei focolai viene effettuata attraverso un sistema di telecamere estremamente sensibili per la rilevazione di immagini termiche che il sistema analizza in tempo reale. Il fine è quello di determinare con la massima accuratezza i focolai di incendio e, attraverso la combinazione delle immagini visibili e di quelle termiche, determinare le coordinate geografiche di rilevamento dell’incendio. Il sistema può essere configurato per essere più o meno sensibile all’individuazione degli hotspot. Le telecamere sono comandabili in tempo reale dalla centrale, così da consentire agli operatori della sala operava di videosorvegliare l’area coperta dalle postazioni di rilevamento, anche effettuando potenti zoom per la verifica e la validazione di allarmi automatici scatenati dal sistema al rilevamento di un hotspot. E’ inoltre sempre avo un flusso video attraverso il quale il sistema memorizza un intervallo di immagini relativo alle fasi precedenti il rilevamento del focolaio di incendio.”

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2 Responses

  1. Carmen-BO ha detto:

    Caro e lungimirante Flavio,
    il fatto è che non abbiamo abbastanza soldati per vigilare su ogni singolo italiano che come ben sai se non viene controllato è sempre pronto a “fregarti”!

  2. Flavio Ezio ha detto:

    Una proposta semplice, troppo semplice; ma perchè non fare presidiare i boschi dall’ESERCITO?
    Ogni santo anno scoppiano incendi la maggior parte dolosa: piazzare i soldati nei boschi 24 ore al giorno, a presidiare e controllare. I soldati sono addestrati a fare la guardia ed a controllare.
    Provare una soluzione così semplice magari funziona.

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