L’Istat si mette a fare i conti della… serva!

Metti 90 euro per la carne, 100 per frutta e verdura, 270 per i trasporti, 900 tra affitto e bollette ed eccolo il conto della serva: 2.524 euro al mese! Questo quanto ‘mediamente’ spenderebbe una famiglia italiana. Questo, almeno stando alle statistiche dell’Istat nel 2016. Inutile tirare in ballo la solita poesia dei ‘Polli di Trilussa’ sulla Statistica, dal momento che appare del tutto evidente che il paniere
è stato preso al ribasso. Sfidiamo chiunque a segnalarci se per affitto e bollette spende solo “900 euro al mese”! Forse a Canicattì, senza offesa per i canicattinesi. Comunque stando sempre ai dati Istat, le spese per la casa aumentano. Tornano ai livelli pre-crisi quelle per servizi ricettivi e di ristorazione. Salgono per il terzo anno quelle per beni e servizi ricreativi, spettacoli e cultura. La spesa familiare rimane al di sotto dei 2.639,89 euro del 2011. L’andamento dei consumi alimentari sembra confermare una crescente attenzione all’alimentazione. La spesa per carni è la più elevata, pari a 93,53 euro mensili (ma in calo del 4,8%), seguita da quelle per pane e cereali (75,10 euro mensili), per vegetali (60,62 euro) e per latte, formaggi e uova (57,56 euro). Le voci di spesa con gli aumenti più alti sono quelle per pesci e prodotti ittici (+9,5%). Dal punto di vista delle disparità, si riduce il gap tra i valori più elevanti registrati al Nord-Ovest e quelli più bassi delle Isole, che passa da quasi 945 a circa 857 euro. Mentre rimane costante quello tra le famiglie di soli stranieri e quelle di soli italiani, con le prime che spendono circa mille euro al mese in meno rispetto alle seconde. Nei nuclei familiari dove la persona di riferimento ha un titolo superiore, si spende oltre il doppio di quelli dove la persona di riferimento ha la licenza elementare o nessun titolo di studio (3.550 euro contro 1.725).

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