L’eutanasia dimenticata.

di Antonello Laiso. Il tema e’ molto vecchio ma non per questo tale da accantonare quelle lotte fatte, quelle pagine scritte, quei migliaia di commenti  media e tv, si tratta della nostra vita o meglio una non vita: l’eutanasia ed il diritto di una scelta.

La Consulta aveva  rinviato al parlamento alcuni anni fa  e nel termine di un anno le decisioni per un diritto di scelta oggi non concesso benche’ in altre Nazioni sancito da molti anni.

Il diritto di scelta di un fine vita, per quei malati terminali o tenuti artificialmente in vita non e’ ancora realta’.

Tali norme attuali sul tema in oggetto impongono il rispetto di quelle condizioni che la tutela della vita umana e’ un diritto inviolabile ed indisponibile anche nella fase terminale dell’esistenza e quindi al divieto di eutanasia e assistenza al suicidio anche se tale fosse stato espressamente chiesto per volonta’ diretta.

Il referendum non e’ passato tutto torna alla politica che deve legiferare sul tema cosa non gradita come sappiamo.

Quel diritto alla vita a tutti costi deciso da altri per noi non pone alternative per la scelta di un diritto altrettanto legittimo di non restare aggrappati a quelle macchine che tengano in vita artificialmente quei nostri organi vitali. Vogliamo rispettare chi la pensa diversamente da quanto scriviamo come quella Chiesa Cattolica che ha sempre predicato per una vita che non ci appartiene e nello stesso rispetto replichiamo  per quella vita che non e’ piu’ tale a nostro avviso, non vogliamo quell’ imposizione che ci priva di un altrettanto diritto subordinato solo alla nostra ragione e coscienza e di quella di chi ci e’ accanto in quei particolari momenti, ossia il diritto alla morte.Il diritto ad una fine sofferenza causta da un irreversibilita,costretta ad una lenta agonia in attesa che la fine sopravvenga..

Il diritto alla non sofferenza spirituale e fisica, il diritto anche al non dolore di chi ci sta vicino. Quel diritto negato che nessuna legge potra’ imporrre in tale senso esiste solo in chi ha ancora quella forza mentale e fisica di farlo personalmente. Ovvero se io ho la forza di staccare da quella presa la spina che alimenta la mia non piu vita nessuno potra’ impedirmelo.

Nessuna legge potra’ perseguire un tale gesto dopo la fine di quella vita o pseudotale che ci obbliga al rispetto di tali leggi. La chiesa stabilisce peccato una scelta di un fine vita terapeutico come sono per la chiesa peccato tante situazioni che riguardano la nostra coscienza la nostra ragione il nostro modo di vedere.

Molte situazioni specifiche del tema in oggetto per essere capite dovrebbero far parte del nostro vissuto o della nostra conoscenza diretta a casi del genere, il dolore tante volte non puo’ essere compreso se non da chi ha provato o e’ stato partecipe di quello stesso dolore.

Chi scrive ha provato partecipe di quel dolore con sua madre autostaccattasi l’ossigeno in clinica da sola in semicoma e indicando no con la testa.

Quel motivo di sofferenza spirituale provocato da una realta’ ineluttabile che colpisce e condiziona duramente il corso della vita e’ dolore, ed e’ piu forte di quel dolore fisico. Quegli insegnamenti religiosi fondati in “quod pugnat malis et doloris” e contrari a tali decisioni per un diritto di scelta dovrebbero considerare quelle sofferenze e quei dolori in tutti i sensi per chi non puo’ decidere, per chi sta vicino in quelle situazioni non piu’ considerate vita biologica. Ringraziamo il buon Dio che ci ha dato questa vita ma questi non può essere il padrone della nostra vita come noi non siamo i padroni della vita dei nostri figli.

Quella miserere necessaria, ovvero l’aver pietà ed aver compassione, non potrà essere attuata se non con molte difficolta’ solo da quella scienza che ha deciso in tale senso.

Si fa cosi per umanita’  non certo malvagita’  per porre fine ad una agonia anche per gli animali.

Porre fine ad un agonia non è un peccato ma un atto d’amore capiamolo tutti il peccato sarebbe obbligare ad una scelta fatta da altri.

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3 Responses

  1. Annarita passaretti ha detto:

    Difficile smentire quello che scrive Antonello Laiso anche se non si è d’accordo,la Chiesa influenzer da sempre su temi sociali delicati.

  2. Antonello Laiso ha detto:

    Caro kappa potevi pure firmarti nessuno ti perseguitava.
    Senza parole….. Chii lo dice che è sacra la vita ,la Chiesa?
    La chiesa non dice che sono sacri anche tutti i ragazzi seminaristi violentati dai preti pedofili da cinquant’anni?
    Chi è la chiesa per comandare la nostra non esistenza?
    Chi è la chiesa per imporre?
    Chi è la chiesa per imporre su aborto per fortuna legalizzato, come unioni non tra sessi diversi ,diritti negati ai LGBT,e tanto altro?
    Perché non ci fa decidere secondo propria coscienza e volontà,ma addirittura si mette in mezzo a temi che riguardano la politica ed eventualmente la Corte Costituzionale?,
    Le leggi dello Stato non sono della chiesa,ne il contrario.

  3. Kappa ha detto:

    LA VITA E’ SACRA SEMPRE!!!!

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