Ci vediamo tutti in centro.

di Marcello Veneziani. Dite quel che volete, ma il populismo è finito quando è andato al governo con Draghi, i Poteri forti e i Dem. Dico il Movimento 5Stelle, innanzitutto, ma anche la Lega di Salvini. Il popolo italiano che li votava in massa non ha abbandonato i populisti ma si è sentito abbandonato dai populisti quando hanno tradito la loro promessa primaria: avversare l’establishment e i suoi partiti, l’Europa e i poteri transnazionali. Si sono invece accucciati sotto Draghi e Mattarella, nonché sotto le gemelle Kessler dell’Unione, Ursula Van der Leyen e Christine Lagarde. Non si può prendere la Bastiglia e poi andare a cena con Maria Antonietta e Luigi XVI (“portiamo noi le brioches”).

Non si può annunciare fuoco & fiamme e poi ridurre tutto a un accendino, sottomettendosi ai draghi fiammeggianti del potere.

La morte dei grillini è annunciata da dieci anni, persino da prima del loro boom disastroso per l’Italia nelle ultime elezioni politiche nel lontano 2018. In realtà c’è stata un’erosione progressiva, almeno a partire dalla presa del governo, fino al crollo odierno, in cui si è trovata la tempesta perfetta con due democristiani sottotraccia: Di Maio funzionario statale al servizio di Draghi, e Conte che interpreta due ruoli opposti in commedia, il cortigiano a Palazzo e il populista in piazza. L’uno vale uno è stato preso alla lettera: dove si è presentata una lista a lui intestata, come a Rieti, ha preso l’uno per cento. Si chiamava Con te, il sottinteso era solo Con te.

Il crollo di Salvini è anch’esso progressivo, e per una volta i suoi accaniti detrattori ma anche molti suoi sostenitori, concordano nel dire che dall’estate del 2019 è riuscito a sbagliarle tutte. E’ un refrain, ormai, lo ripetono anche i più sprovveduti, ma in fondo è vero. La differenza tra i due populismi è che nella Lega c’è qualche risorsa umana credibile, c’è una storia trentennale e una struttura di partito. Ci sono temi, seppur dormienti, che hanno una presa reale sul paese e c’è soprattutto un’alleanza giudicata compatibile dai suoi elettori, nel centro-destra. Mentre i grillini nascono contro tutti e non possono finire alleati e subalterni di tutti. Sepolti nel “campo largo” di Enrico Letta che per loro è diventato un camposanto.

Insomma, l’unica via di salvezza per i populisti è cominciare a fare le prove tecniche di defezione dal governo; se fossero tempestivi, la cosa più logica da fare sarebbe una fuoruscita rapida dal governo, salvo patteggiare una maggioranza di fine legislatura solo per portare a termine Draghi e la Legislatura, che sta molto a cuore ai suoi parlamentari. Ma anche in questo caso, la spaccatura tra ministeriali e movimento sarebbe feroce e dolorosa: i Giorgetti e i Di Maio porterebbero alla luce il loro dissenso e malcontento nei confronti di Conte e Salvini. Con la differenza, non da poco, che Salvini è comunque cresciuto dentro l’orizzonte della Lega, è figlio del movimento di Bossi & C, mentre Conte è un professionista che entrò da privatista a sostenere la prova di governo, addirittura nel ruolo di presidente del consiglio, ma è un corpo estraneo ai grillini, un trasformista vero e un acrobata pauroso. E poi, Conte campò sui successi precedenti del M5S e ora amministra con esiti disastrosi un’eredità ricevuta; mentre Salvini i successi della Lega se li è fabbricati lui, con la sua leadership insieme ai suoi esponenti.

Cosa si vede ora all’orizzonte? Si, dicono tutti, siamo tornati a una specie di bipolarismo classico, capitanato a destra da Giorgia Meloni e a sinistra dal Pd di Enrico Letta. Ma, a parte questo, la partita del potere ha un Terzo Incomodo, che molti invocano e che prima o poi verrà fuori. Parola d’ordine: ci vediamo tutti in centro. Se avete un po’ d’immaginazione, in un misto di horror e comicità, figuratevi la seguente compagnia di ventura: l’esule Di Maio, il macro-micro leader Matteo Renzi, sor Carlo Calenda de noantri, la redenta Mara Carfagna e il reincarnato Clemente Mastella. Uno diverso dall’altro, uno che detesta l’altro, ma stanno lavorando allo stesso meeting che prima o poi diventerà qualcosa come un circolo unione. Tutti costoro dicono di opporsi ai sovranisti ma in realtà gufano su Berlusconi e i 5Stelle, perché solo vampirizzando quelle forze potranno costruire la loro casa comune, o comunque il loro camper componibile o scomponibile.

Avrebbero dalla loro la benedizione della Cupola che regge oltre la politica. Ma tutt’insieme non riusciranno mai a farsi maggioranza assoluta del paese, e al meglio potranno rispettare la legge del quinto su cui è fondata la nostra ripartizione politica (un quinto di Meloni, un quinto di Pd, un quinto di lorsignori centristi, il resto Ribellione & Dispersione). E allora scatta la soluzione b: se le cose andranno così, pensate cosa s’inventa la Casa? Una cosa nuova, inedita per l’Italia: il centro-sinistra. Ovvero l’alleanza del Quintetto di trombette e di tromboni con i Dem di Letta. L’unico modo per arginare i Cattivi, il centro-destra, Meloni, Salvini e il Berlusca lato dark. L’unico modo per salvare l’Europa, la Modernità, la Democrazia, lo Spread, la Foca monaca.

Sto vaneggiando? Non credo. Magari non si riuscirà a trovare la quadra nel pentagono anzidetto, ci sarà qualche sorpresa e qualche defezione, qualcuno aderirà di controvoglia, obtorto collo. Ma questo è lo scenario. Insomma di riffa o di raffa, alla fine i Dem sarebbero di nuovo loro a dare le carte, è restare al potere. E chi sarebbe il leader ideale di tutto questo, benedetto da Mattarella e dalla Cupola? Ma uno fresco, nuovo, tale Mario Draghi.

Insomma, se volete che mi sporga con una previsione direi che salvo imprevisti, peraltro sempre prevedibili nel nostro paese, l’alternativa è la seguente: centro-destra rattoppato o centro-sinistra shakerato. E non vi dico nemmeno: sarà un anno tormentato e decisivo, perché così sono stati pure i precedenti.

Fonte: https://www.marcelloveneziani.com/articoli/ci-vediamo-tutti-in-centro/

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11 Responses

  1. Mario-TO ha detto:

    Un giovane sta facendo la pipì in strada, una donna lo vede e gli fa notare che esistono i bagni dei bar della zona. Siamo in via Palli, quartiere Borgo Vittoria di Torino, sono le 16 circa di venerdì 17 giugno. Per tutta risposta, dopo il battibecco, si arriva alle mani. Ecco che il giovane, insieme a due amici, si avvicina alla coppia: la donna cade per uno spintone e finisce contro una macchina sbattendo la testa, mentre il suo compagno riporta ferite al volto tra cui la rottura della mandibola, del naso e di uno zigomo. Avrebbero iniziato ad aggredirli quando l’uomo ha preso in mano il cellulare per chiamare il 112, poi sono scappati prima dell’arrivo delle volanti della polizia. La coppia è andata in ospedale poi i due hanno sporto denuncia in questura contro quei tre ragazzini non ancora identificati.
    QUESTA E’OGGI TORINO ED IL SINDACO ED IL PREFETTO????????????????????

  2. Patrizia-Recanati ha detto:

    L’ex presidente Donald Trump ha in programma di lanciare un nuovo servizio di streaming con «contenuti non woke». Secondo un documento del 16 maggio del Trump Media and Technology Group (Tmtg), la società di media dell’ex presidente prevede di lanciare un servizio di streaming in abbonamento chiamato «Tmtg+» che presenta contenuti «non woke», mira a «cancellare ‘la cancel culture,’» e si impegna a non censurare i creatori di contenuti per la loro ideologia politica.

  3. Giacomo-TO-Original ha detto:

    Processo a Di Maio: il M5S mette Luigi alla porta, ma senza espulsione.
    Questo è l’attuale Ministro degli Esteri: cosa c’è altro da aggiungere?
    I 100.milioni di euro buttati X comperare i banchi a rotelle?

  4. Liborio ha detto:

    Ieri a Milano il primo Convegno di ASCOLTAMI, il Comitato dei danneggiati dal vaccino.
    Di questa notizia nessun TG parla.
    Ma in Italia e nel mondo una valanga di effetti avversi.
    E BigPharma guadagna miliardi sulla nostra pelle.

  5. Giulio-Orta ha detto:

    LaVerità ha scoperto che l’istituto Superiore della Sanità, ha sbagliato i calcoli sull’efficacia dei farmaci e l’impatto delle infezioni. E’ lunga la sfilza di comunicazioni errate divulgate durante la pandemia da chi doveva gestire l’emergenza sanitaria. Rovinando la vita ad imprese e famiglie.
    Ora anche lettere e multe:DRAGHI DIMISSIONI.

  6. Gioacomo-TO ha detto:

    Marocchino sfascia la vetrina di un bar. Interviene Aldo Serena. L’ex attaccante di Inter, Milan e Juventus ha fermato un immigrato che stava sfasciando con un’asta di ferro la vetrina di un bar.
    Cara LAMORGESE bisogna r i m p a t r i a r e sti delinquenti è chiaro!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

  7. Alessandro ha detto:

    L’ENI rassicura che non esiste un problema di approvvigionamento del gas. La fornitura da parte di Gazprom negli ultimi giorni è stata costante e sul mercato al momento l’offerta di gas disponibile, 200 milioni di metri cubi, supera di gran lunga la domanda pari a 160 milioni di metri cubi. Il rischio di un inverno al freddo è praticamente irrisorio. Non ditelo alla falsa controinformazione che negli ultimi giorni aveva ventilato lo spettro dell’interruzione di gas completa. Anche questa ultima montatura che hanno veicolato finisce nel bidone della spazzatura assieme alla nave carica di armi a Trieste, all’irruzione nelle case dei non vaccinati il 23 dicembre, alla presa di potere da parte di Eurogendfor, al governo militare il 1 gennaio 2022, al vaccino obbligatorio per tutti, alla moneta digitale ad aprile, al certificato verde “eterno” a marzo, alla presa di potere dell’OMS a maggio e allo stato di guerra il 7 giugno. Ormai il manuale delle psy-op sembra essere veramente esaurito.

  8. Pasquale - Napoli ha detto:

    I media ora riportano come la fiducia degli italiani nri confronti di Mario Draghi sia scesa sotto il 40%. In realtà, non è mai esistito alcun rapporto di fiducia tra gli italiani e Draghi. Sono stati i media a dare una percezione falsa dell’immagine di Draghi e sono stati sempre i media a parlare di una “luna di miele” inesistente lo scorso marzo del 2021 tra Draghi e il popolo italiano. La reazione dell’italiano nei confronti di Draghi è stata al principio di indifferenza. Erano gli ambienti della massoneria che si crogiolavano entusiasti del suo arrivo e tra di loro c’erano indegni personaggi che hanno provato a raccontare la indecente favola di Draghi “sovranista” pur di provare a calmare le ire degli ex elettori della Lega nei confronti del Carroccio. Nei mesi successivi l’indifferenza è stata sostituita dal disprezzo perché Draghi è stato il presidente del Consiglio che ha eseguito le peggiori restrizioni autoritarie nei confronti degli italiani. Questo accadeva nella seconda metà dello scorso anno. Adesso quel disprezzo è incontenibile e ovunque Draghi mette piede viene sommerso da fischi e insulti. Mario Draghi è il presidente del Consiglio più odiato della storia. Mario Draghi è il presidente che ha consumato i tradimenti più infami nei confronti dell’Italia e del suo popolo.

  9. Gabry ha detto:

    È interessante, o forse divertente, vedere i salti carpiati degli uomini del Carroccio. Negli anni che precedevano le elezioni del 2018 non si contavano i convegni ai quali venivano invitati i vari “economisti” quali Bagnai, Borghi e Rinaldi pur di accreditare l’idea che il Carroccio volesse uscire dalla moneta unica. Negli anni successivi, la maschera, e la mascherina, fu calata e ognuno dei personaggi citati sopra, inclusi Zanni e Donato, ha sostenuto senza remore Mario Draghi, l’uomo che l’euro lo “salvò” condannando alla de-industrializzazione l’Italia. Addirittura uno del trio citato sopra, Antonio Maria Rinaldi, arrivò persino a commettere una sorta di apostasia economica tanto da dichiarare al Foglio di “non aver mai detto di uscire dall’euro”. Adesso sembra esserci una nuova piroetta di Rinaldi che lo porta a fare un tweet nel quale condivide l’ultima intervista di Carlo Messina, amministratore delegato di Intesa, nel quale si parla di sovranismo economico. Se il Carroccio e i suoi uomini pensano di potersi salvare attraverso una retromarcia all’ultimo momento, credo che avranno presto un brusco risveglio. La Lega è finita nello stesso istante in cui ha gettato la maschera. È finita nello stesso istante in cui ha deciso di schierarsi contro Vladimir Putin e Donald Trump.

  10. Raimondo -Udine ha detto:

    Complimenti per l’analisi KAPPA.

  11. Kappa ha detto:

    In ITALIA la politica è divenuta una “farsa” e per giunta recitata da pessimi attori!
    Il PAESE soffre e tanto, ma la politica è lontana anni luce dalle soluzioni .L’espulsione di Di Maio, se ci sarà, sarà la probabile anticamera della caduta del governo Draghi. A quel punto, il M5S si ritroverà a ripudiare il suo stesso ministro sconfessando apertamente la sua linea. Conte sta servendo a Draghi l’assist che cerca da tempo per lasciare palazzo Chigi.Intanto ormai siamo giunti alla resa dei conti tra i clan del M5S. Stasera sul tavolo della riunione del partito ci sarà l’espulsione di Luigi Di Maio. Una azione così drastica e clamorosa non può non essere stata avallata dall’attuale “leader” del Movimento, Giuseppe Conte. C’è però da sgomberare il campo da un equivoco. Qui non siamo di fronte ad uno schieramento atlantista, quello di Di Maio, contro uno anti-atlantista. Qui siamo di fronte ad una battaglia per la sopravvivenza politica di due personaggi che hanno interessi ormai contrapposti. Di Maio vuole proseguire l’esperienza di governo e restare abbarbicato sulla poltrona di ministro degli Esteri.

    Conte, da par suo, ha bisogno di entrare in Parlamento nel tentativo, o nell’illusione, di conquistarsi qualche copertura politica per mettersi al riparo da futuri scenari giudiziari che potrebbero chiamarlo in causa per i fatti del 2020. Siamo ormai quindi giunti ad una contrapposizione tale che renderà difficile proseguire l’esperienza di un governo già debole e diviso. Draghi non sta aspettando altro che qualcuno gli dia il pretesto per staccare la spina all’esecutivo. Quel qualcuno potrebbe essere proprio Giuseppe Conte cresciuto alla scuola dei gesuiti come Draghi. I clan dello stato profondo italiano hanno iniziato a sbranarsi. Siamo entrati nella fase finale. Quella della guerra tra bande che precede la fine della seconda Repubblica.

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