L’eterna stagione delle vacche magre.

Sono mesi, anni che si parla di ridurre il cuneo fiscale per dare più salario e pensione agli italiani, di abbassare la fiscalità e il costo del lavoro per le aziende italiane e di riaprire al medio e piccolo credito per famiglie ed imprese. Ma siamo rimasti alle chiacchiere!
La realtà è che l’economia interna ristagna, l’esport fatica, i conti pubblici sprofondano nel debito e imprese e famiglie hanno superato ormai da un pezzo il disagio di arrivare alla “quarta settimana”, dal momento che il problema attuale è quello di come iniziarlo il mese!
Ciò che occorre a questo Paese vecchio e decrepito, spolpato fino all’osso dalle ruberie e dilaniato fino alla morte dalla corruzione, sono le riforme strutturali. Quelle che, purtroppo, i governi guidati da Mario Monti e da Enrico Letta non sono stati in grado di portare avanti pur potendo contare su ampie, seppure antagoniste, maggioranze.
Adesso quello che maggiormente preoccupa gli italiani, in questo clima di assoluta incertezza politica, è il futuro prossimo. E le previsioni degli analisti economici, nel medio-lungo termine per quanto riguarda la tanto agognata ripresa, se risultano di per sé abbastanza deludenti diventano addirittura preoccupanti se paragonate a quelle che si riferiscono ai paesi dell’Eurozona. Per l’Italia del 2014 si prevede sostanzialmente lo stesso Pil del 2000, mentre la Francia e la Germania dovrebbero crescere rispetto allo stesso anno rispettivamente del 13 e del 14 per cento. Più in generale, la crescita è stimata intorno allo “zero per cento” per l’Italia, mentre Eurolandia nel 2014 dovrebbe crescere nove volte più di noi.
Insomma anche il 2014 si prospetta come la solita stagione delle “vacche magre”: rapporto debito/Pil intorno al 133,4%; produzione industriale su livelli inferiori a quelli del 1987; pressione fiscale insostenibile; stipendi e pensioni ai minimi storici; tassi di disoccupazione in crescita; burocrazia paralizzante; politica assente e inconcludente.
Allora, se qualcuno non si decide a sporcarsi le mani mettendole nel motore Italia, con risolutezza ma anche con la necessaria e dovuta competenza, il rischio è che la macchina non riparta più! Altro che ripresa! Altro che luce in fondo al tunnel! O si cambia o si chiude bottega. O vita o morte.

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