Ci sarà pure la crisi, ma per tanti l’Italia è ancora il Paese della cuccagna!

Il nostro, è un Paese che non conosce vergogna. Un Paese dove i soldi non ci sono per riparare strade, scuole e ospedali, per portare salari e pensioni a livelli dignitosi, per investire nell’occupazione giovanile, per assistere decentemente gli italiani più deboli e indifesi: bambini, malati, e anziani.

I soldi ci sono soltanto per “loro”! E per consentire a lorsignori la bella vita di sempre spremono di tasse il popolo italiano come un limone.

Due casi su tutti, senza che alcuno se ne voglia a male, dacché non sé mai visto al mondo, tontomeno nel Belpaese, tizio, caio e sempronio rifiutare danari quando gli vengono legalmente corrisposti. Perciò, semmai vergogna ci fosse – viste e considerate le pietose condizioni in cui versa il Paese – non sarebbe di chi certe somme le incassa, ma di chi gliele dà!

Franco Bernabé, il primo amministratore delegato a confessare candidamente che gli hanno venduto l’azienda a propria insaputa, ha presentato le sue dimissioni da presidente esecutivo di Telecom Italia. Un addio da 6,6 milioni di euro, il suo. Tanto vale la buonuscita del manager concordata dal consiglio di amministrazione dell’Azienda.
Maurizio Crozza, l’attore e comico che passa dalla favola alla realtà a suon di euro, sembra aver trovato per davvero il suo “Paese delle meraviglie”: la Rai. Per lui è pronto un contratto tra i 20 e i 30 milioni di euro in due anni.
Il fatto raccapricciante è che, guarda un pò le combinazioni della crisi, fiumi di denaro finiscono sempre in una sola direzione: manager pubblici e privati, politici, calciatori, attori e ballerine! Mai che una briciola cada, almeno per sbaglio, sul piatto di un cassintegrato, di un disoccupato, di un pensionato, di un operaio o di un lavoratore dipendente!

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