Le stragi.

di Maria Pia Caporuscio. Si chiamano stragi tutte le uccisioni di esseri umani, sia se provocate da un kamikaze, che da quelli al sicuro su un aereo. Sono stragi quando si uccidono adolescenti ad un concerto, ma anche quando si uccidono sepolti sotto le macerie delle loro case. Sono tutte stragi le morti provocate, anche se si usano nomi diversi a seconda di chi le compie.
Quando muore gente innocente si deve parlare solo e sempre di stragi, ma fino a quando continueremo a chiamarle con nomi diversi, in questo mondo non ci potrà essere pace. Perché quando a morire sono gli europei o gli americani si parla di “terrorismo”, ma quando a morire sono altri popoli le chiamano “effetti collaterali” se non addirittura esportazione di democrazia? Forse perché quei popoli hanno un colore di pelle diverso dal nostro? O perché ci riteniamo superiori e tutto ci è permesso? O perché si deve saziare col sangue la sete di potere di certi esseri, che si credono “dèi” invece sono rimasti scimmie per non essersi ancora tagliata la coda? La nostra deficienza ci porta a ritenere diversi gli esseri umani persino nella morte? Se le morti dei nostri connazionali ci provocano dolore, disperazione e rabbia, cosa ci fa credere che sia diverso per questa gente? Cosa crediamo che provino nel vedere i loro figli, fratelli, sorelle, mogli, mariti, padri, madri, amici, parenti e conoscenti arsi vivi col fosforo bianco o sepolti sotto le macerie delle loro case? Se i nostri bambini sono innocenti, cosa di male avrebbero fatto i loro bambini? Invece di starcene con le mani in mano a piangere i morti e condannare i “terroristi” senza cambiare niente, perché non ci uniamo per condannare i veri colpevoli, quelli che questo orrore hanno scatenato e continuano a farlo? Colpevole non è mai la popolazione, però è sempre lei a pagare col sangue, le colpe di chi la (s)governa! Quando i nostri governanti arrivano a chiamare la guerra “esportazione di democrazia” o addirittura “missione di pace” dovremmo cacciarli a calci dalle nostre istituzioni: la democrazia non si esporta va rispettata perché ognuno ha la propria! Dovremmo insegnargliela noi ai nostri governanti cos’è la Democrazia perché loro accecati dalla sete di potere, ignorano che governare un paese vuol dire proteggerlo il paese, non trascinarlo in guerre a ripetizione ricoprendo le altre nazioni con un nero sudario e mettere a rischio attentati la propria nazione. Purtroppo le ragioni per cui molti governanti agiscono da veri criminali sono tante: Arricchire sempre di più quei privati più ricchi del mondo e creatori di morte, consentendogli di svuotare gli arsenali delle armi, per sostituirle con quelle di ultima generazione e siccome le vecchie sono costate, necessita usarle contro qualcuno e farsele rimborsare dallo Stato, che a sua volta le fa pagare ai cittadini con le tasse. Questi devono ricambiare i favori, per avergli sovvenzionato la campagna elettorale facendogli vincere le elezioni e quindi stando sotto ricatto, devono eseguirne gli ordini! Come può la popolazione civile accettare di essere “governata” da questi? Dovremmo ribellarci tutti invece di subirli passivamente. I soldati invece di andare ad uccidere gente che non hanno mai conosciuto, dovrebbero rivoltarsi contro chi li costringe a commettere questi delitti per soddisfare la loro folle criminalità. Quando un popolo viene torturato è giusto che cerchi di difendersi con qualsiasi mezzo. Questa non è una giustificazione al terrorismo, ma la logica conseguenza. Ci siamo dimenticati dei nostri partigiani che proprio perché “nostri” li definiamo eroi? Ficchiamocelo in testa che questo vale per tutti e coloro che noi chiamiamo terroristi, per quelli che combattiamo sono eroi! E’ sempre stato così da che mondo è mondo, ma la storia non fa testo negli ottusi! Condannando i terroristi dobbiamo condannare allo stesso modo quelli che li hanno creati. Sono da condannare quelle nazioni “civili” che sono andate in quelle terre a seminare distruzione, orrore e morte, perché sono loro ad aver scatenato il terrore e sono loro che dobbiamo costringere a riparare i danni. Solo la guerra di difesa si può giustificare e mai, proprio mai quella di aggressione!

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