Lampedusa, l’isola dimenticata!

freeskipper-immigrati-lampedusadi Massimo Mazzeo. Si torna a parlare di Lampedusa, e come al solito non per la bellissima isola o per le bellissime spiagge o per il calore della gente e del luogo, ma come un in rendez vous  degli immigrati. Stavolta non si parla di sbarchi di massa o di morti in mare ma di come vengono trattati nei centri di prima accoglienza. Cambia il motivetto ma la sostanza del problema rimane sempre quello, un’emergenza umanitaria senza fine, e a farne le spese come al solito sono sempre i poveracci che arrivano disperati per iniziare la loro seconda vita. Si torna a parlare di Lampedusa dopo un paio di mesi di assoluto silenzio, quasi che il problema fosse finito o risolto con un colpetto di bacchetta magica dalla mano divina, come se nel frattempo si fosse issato un muro nel mediterraneo che impedisse la navigazione avventata e disperata degli immigrati. Sono passati solo due mesi dalle passerelle dei politici che a turno hanno mostrato le loro belle facce sull’isola, perché il ruolo istituzionale gli richiedeva quello, giorni dove a spese nostre hanno fatto “il sacrificio” mediatico di mostrarsi pietosi per le strade di Lampedusa, tutti vicini alla strage del mare e tutti bravi a riempirsi la bocca di belle parole e buoni propositi, tutti pronti a litigare sulla legge Bossi-Fini. Tiriamo le somme di questi 2 mesi: cosa è stato fatto per Lampedusa? Quali mezzi sono stati messi a disposizione per prestare i primi soccorsi? Quali strumenti sono stati dati a chi deve provvedere alla prima accoglienza? Praticamente nulla, passata l’emergenza e passato il tam tam mediatico tutto è caduto nel dimenticatoio, una schiera di politici che si sono mossi solamente per interesse di facciata, ma di concreto su Lampedusa non è successo nulla. Adesso tutti a scandalizzarsi se ad un immigrato viene fatta la doccia con l’acqua fredda e ripulito di eventuali malattie che potrebbero infestare l’isola e non solo, tutti a indignarsi sulle modalità di primo intervento sanitario; eppure gli organi statali lo sanno che se arrivano immigrati la prima prassi è quella di evitare il diffondersi di malattie intervenendo nell’immediatezza sulla persona sbarcata. Quali mezzi a questo scopo sono stati dati all’Isola per evitare quella modalità bruta di prestare soccorso? Io non condivido certamente questa prassi, ma qualcuno ha mosso un dito per offrire un’alternativa corretta che non leda la rispettabilità di questa di questa gente e soprattutto non faccia indignare i puristi italiani? Per l’ennesima volta la politica italiana ha perso la faccia e la credibilità, un’altra opportunità per risolvere uno dei tanti problemi che ci affligge e che ricordo con semplicità si ripresenterà nei prossimi giorni, mesi anni. Gli sbarchi continueranno perché ci sono sempre stati e sempre ci saranno, ma nella loro tragedia questa gente ha solo una fortuna, quella di arrivare su un’isola dove vive gente meravigliosa, col cuore immenso, i lampedusani sono sempre pronti a dare una mano perché più di tutti conoscono le tragedie dei loro mari, loro hanno toccato con mano i cadaveri di bambini, donne incinte, uomini che cercavano solamente di sfuggire dalla loro triste realtà in cerca di fortuna. I lampedusani sono stupendi in questo, quando possono prestano le loro case, le loro coperte, il loro cibo, hanno semplicemente chiesto allo Stato in sottovoce (questione di stile) un aiuto concreto per accogliere nel modo più dignitoso questa gente e perché magari non si vedano più quelle immagini che ledono la dignità di qualsiasi essere vivente. Hanno chiesto solo questo, hanno visto solo tante passerelle.

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