Emergenza Immigrazione. Se in Africa le donne faranno lo stesso percorso di quelle europee i barconi non partiranno più.

di Paolo De Gregorio. Se fossimo seriamente intenzionati a capire quali sono le cause scatenanti il fenomeno immigrazione dall’Africa verso l’Europa, dovremmo purtroppo tornare indietro di qualche secolo o meglio a quando iniziò l’invasione militare di quel Continente da parte di tutte le maggiori potenze europee. Fino allora, intendo prima del colonialismo, l’Africa, con circa 200 milioni di abitanti, viveva in equilibrio con le risorse del territorio e le credenze religiose si limitavano ad animismo e sciamanesimo, anche se la presenza islamica ha origini profonde, fin dal settimo secolo dopo Cristo, ed è diventata ora la religione a maggior diffusione, in contrasto con il cristianesimo dei colonialisti bianchi. Nel 1914 l’Africa risultava completamente occupata dalle seguenti nazioni:
– Gran Bretagna: Egitto, Sudan, Kenya, Uganda, Tanganica (oggi Tanzania), Somalia, Rhodesia del Nord (attuale Zambia) Rhodesia del sud (attuale Zimbabwe), Malawi, Botswana, Sud Africa, Swaziland, Lesotho, Namibia, Gambia, Sierra Leone, Nigeria, Camerun occidentale, Costa d’oro (attuale Ghana).
– Francia: Algeria, Marocco, Tunisia, Mauritania, Senegal, Sudan francese (attuale Mali), Guinea, Costa d’Avorio, Niger, Alto Volta (attuale Burkina Faso), Togo, Benin, Gabon, Congo Francese, Repubblica centro africana, Ciad, Camerun orientale, Gibuti, Madagascar Germania: Camerun, Tanzania, Ruanda Burundi, Namibia, Togo (nel 1918 dopo la sconfitta della guerra mondiale, tali territori passarono a Gran Bretagna e Francia).
– Portogallo: Angola, Mozambico, Kabinda, Guinea Bissau, Isole Sao Tomè e Principe, isole Capo Verde.
– Belgio: Congo Belga.
– Spagna: Marocco, Sahara spagnolo, Guinea equatoriale.
– Italia: Libia (Eritrea, Somalia e Etiopia furono colonizzate nel 1936).
L’occupazione di tutta l’Africa, come appariva nel 1914, fu preceduta dalla Conferenza di Berlino del 1885 che stabilì che ogni stato europeo poteva accampare diritti in Africa, purchè avesse il controllo del territorio. Naturalmente questa “missione civilizzatrice” delle nazioni europee si rivelò per quello che era, ossia una sanguinaria operazione militare per impadronirsi di materie prime, miniere d’oro, diamanti, avorio, schiavizzando le popolazioni e imponendo leggi e religione. Ma non finisce qui. Alla decolonizzazione, seguita alla fine della seconda guerra mondiale, da bravi cristiani, gli europei attuarono una forma di dominio sull’Africa ancora più feroce e subdola, denominata “neocolonialismo”, che consiste nel corrompere le classi dirigenti politiche e amministrative per avere diritti minerari, petroliferi, di pesca, etc, etc, a prezzi stracciati, arricchendo pochi personaggi e lasciando nella fame e nel sottosviluppo intere nazioni. Gran parte del flusso migratorio dall’Africa verso l’Europa è di origine economica e il colonialismo nelle sue varie forme ne è storicamente responsabile al pari del peso della religione islamica, che spinge verso una islamizzazione dell’Europa, finanziando le partenze e teorizzando che gli invasori bianchi e cristiani a loro volta devono essere invasi, e trovano gente che è disposta a morire pur di raggiungere questo obiettivo. Riconoscere le responsabilità dell’Europa per la sua politica economica neocolonialista, e capire che esiste un disegno islamico di lenta invasione, ci aiuterebbe a mettere da parte razzismo, accoglienza, pietismo, ruolo delle ONG che trattano con i trafficanti di uomini, e finalmente mettere in evidenza quali sono le strade giuste da percorrere. La premessa che è necessario fare è che in poco più di un secolo (dagli inizi del 1900 ad oggi) l‘Africa è passata dai 200 milioni di abitanti a un miliardo e 200 milioni, in assenza di qualsiasi presidio contraccettivo a disposizione delle donne (che in Europa ha fermato la crescita a zero), per intera e consapevole responsabilità delle religioni, massimamente di quella islamica, che hanno fatto della bomba demografica la loro bomba atomica da usare contro gli infedeli. Non riconoscere questo disegno è da ingenui e impedisce di usare ogni risorsa, che oggi viene messa in campo, per far penetrare tra le donne africane di disporre di contraccettivi che consentono di decidere se e quanti figli avere. Le religioni hanno sempre odiato le donne, le hanno lapidate, bruciate come streghe, le hanno escluse da cariche religiose, dalla istruzione, dal voto, le vogliono mantenere subalterne agli uomini, nel ruolo di fattrici, ma dove, come in Europa, le religioni con i loro divieti, condanne per i cosiddetti peccati, proposte di sofferenza, non contano più niente e sono state abbandonate, osserviamo un enorme progresso rispetto al passato. Vediamo finalmente le donne protagoniste in tutte le professioni, libere di vivere la propria sessualità senza paura, libere di decidere se e quando fare figli. Se in Africa le donne faranno lo stesso percorso di quelle europee i barconi non partiranno più.

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