La Spagna senza governo.

di Attilio Runello. La Spagna è andata alle urne lo scorso luglio e a distanza di quattro mesi non ha ancora un governo.
Il risultato elettorale non ha dato voti sufficienti per governare a nessuno dei due grandi partiti politici che da decenni si alternano al potere.
Il partito popolare – considerato di destra – è il primo partito e ha cercato di mettere insieme una maggioranza che alla prova delle votazioni in parlamento non ha ottenuto la maggioranza per una manciata di voti.
La palla è passata al partito socialista. Deve mettere insieme tutti gli altri partiti, compreso il partito indipendentista che alcuni anni fa con un referendum aveva approvato l’indipendenza della Catalogna.
La reazione del governo centrale fu dura. Non si limitò a invalidare il referendum, ma condannò a diversi anni di prigione i fautori.
Negli ultimi anni ha ottenuto il bilinguismo. Chiede la scarcerazione dei politici in prigione. Chiede anche un referendum per l’autodeterminazione.
C’è fiducia che si. accontenterà del primo degli obbiettivi, oltre ad avere dei ministeri
Se così non fosse il paese dovrà ritornare alle urne a gennaio.
Nel frattempo ha guadagnato molto consenso l’istituzione monarchica, che sostiene l’, unità del paese e ha cercato di riavvicinare il popolo catalano al governo centrale.
Il consenso lo guadagnato con il giuramento alla Costituzione della bella e giovane principessa Leonor che ha compiuto diciotto anni e sarà chiamata a fare la regina quando il padre non potrà esercitare questo ruolo.
A differenza di altre monarchie, e anche del padre dell’attuale sovrano, questa famiglia si è sempre contraddistinta per stile, oltre che rispetto delle istituzioni.
In altre parole, se panni sporchi ci sono si lavano in casa. Proverbio oggi spesso dimenticato anche alle nostre latitudini.

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