Calenda annuncia la fine del Terzo Polo.

Tutti coloro che seguono ancora le ‘vicende’ della politica nostrana se l’aspettavano che prima o poi i due galli, nello stesso pollaio del Terzo Polo, si beccassero, e così è stato.

Dopo essersi assicurati gli scranni parlamentari, che presentandosi da soli alle passate politiche erano a rischio ‘soglia di sbarramento’, come era prevedibile, adesso volano stracci tra i due ex amici di merende, Renzi e Calenda!

Manovra, Calenda: è vuota, non c'è niente dentro - Tiscali Notizie“Il progetto del partito unico con Italia Viva è naufragato per la semplice ragione che Renzi ha ripreso direttamente in mano IV due mesi fa e non vuole rinunciarvi. Legittimo anche se contrario alle promesse elettorali. Amen. È stato un brutto spettacolo: attacchi personali, a cui non abbiamo mai risposto, e notizie false distribuite ad arte. Noi non facciamo politica così. Da domani riprenderemo con @Azione_it il lavoro per la costruzione di un partito liberale, popolare e riformista. Avanti!”, twitta Calenda.

E poi è una nota di Azione a certificare la fine del progetto del partito unico del Terzo Polo: “Lo stop deriva dalla scelta di Italia Viva di non votare un documento ieri che avevano dichiarato essere già letto e condiviso”.

“Dietro tutto questo – riprende la nota di Azione – c’è solo un fatto: Renzi tornato alla guida di Italia Viva da pochi mesi non ha alcuna intenzione di liquidarla in un nuovo partito. Scelta legittima ma contrastante con le promesse fatte agli elettori”. “Dopo mesi di tira e molla – si osserva ancora – ne abbiamo semplicemente preso atto. In un clima volutamente avvelenato da insulti personali da parte di Renzi e di quasi tutti gli esponenti di Italia Viva a Carlo Calenda”.

“Il partito non lo riusciremo a fare, perché Renzi non lo vuole fare, perché vuole tenersi soldi e partito di Italia Viva e non si può far nascere, da due partiti, tre partiti. Diventa ridicolo. Non so se oggi ci sarà una nuova riunione, ma lui non viene alle riunioni. Non ci ho parlato, perché lui parla solo con Obama e Clinton”.

“Matteo Renzi queste volgarità nascondono un nervosismo esagerato. Semplicemente hai provato a darci una fregatura e sei stato rispedito al mittente. Questa volta lo ‘stai sereno’ non ha funzionato. Fine”, scrive su Twitter il leader di Azione.

“Ieri Italia viva – scrive Calenda in una serie di tweet –  ha confermato di voler deliberare lo scioglimento (con effetto 2024) solo dopo aver saputo il vincitore del congresso e di voler continuare a fare politica attraverso IV almeno per tutto il ’24. Idem sul prendere impegni economici concreti vs nuovo partito. Noi invece eravamo pronti a prendere subito impegno su scioglimento e a girare tutte le risorse per fare la campagna delle europee”.

“Abbiamo preso impegno con gli elettori – sostiene il leader di Azione – di fare un partito unico, non una scatola vuota aggiuntiva. Nella proposta presentata vi erano (come in quella prima) tutti gli elementi di democrazia e contendibilità. Del resto a differenza di IV, Azione ha fatto tutti i congressi comunali, provinciali, regionali, nazionali. Infine abbiamo preteso che vi fosse una clausola che riprendesse quella etica del parlamento europeo sui conflitti di interesse. Questo è quanto. Il resto sono armi di distrazione di massa”.

“Interrompere il percorso verso il partito unico è una scelta unilaterale di Carlo Calenda. Pensiamo che sia un clamoroso autogol ma rispettiamo le decisioni di Azione”, era stata la risposta dell’ufficio stampa di Italia Viva, “gli argomenti utilizzati appaiono alibi. Italia Viva è pronta a sciogliersi, come Azione, il 30 ottobre, dopo un congresso libero e democratico. Sulle risorse, Italia Viva ha trasferito fino a oggi quasi un milione e mezzo di euro al team pubblicitario di Carlo Calenda ed è pronta a concorrere per la metà delle spese necessarie alla fase congressuale e a trasferire le risorse dal momento della nascita del partito unico”.

Per tweet contro Renzi moglie Brunetta dovrà pagare 20mila euroIl tweet di Matteo Renzi: “In queste ore ci sono polemiche inspiegabili dentro il Terzo Polo. Ne sono molto dispiaciuto anche perché non vedo un motivo politico per la rottura. Eviterei di inseguire le polemiche e i retroscena. Andrei al sodo. Ieri Azione ha presentato un documento, a noi va bene con piccole modifiche assolutamente accettabili. Le abbiamo pubblicate: i vecchi partiti si sciolgono con l’elezione del Segretario nazionale del partito unico. Se Calenda ci sta, noi firmiamo. Se Calenda ha cambiato idea, lo rispettiamo e ne prendiamo atto. Quanto alla Leopolda: chi conosce quell’esperienza sa che è un momento bello di confronto politico tra generazioni e storie diverse. È un momento in cui tante persone si avvicinano alla politica. Dire che non può essere più fatta la Leopolda non ha senso. La facciamo con migliaia di volontari dal 2010, non vedo perché dovremmo smettere di farla oggi in un momento in cui la politica va difesa dai populismi e dai sovranismi. Il mio è un appello finale: basta polemiche, rimettiamoci al lavoro tutti insieme. Noi ci siamo, consapevoli della responsabilità verso tanta gente che ci chiede di tornare a sognare, non di volare rasoterra”.

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