La dittatura del debito sovrano.

di Maria Pia Caporuscio. Mi viene da pensare alle parole di mio nonno, quando da bambina gli chiesi perché, se Gesù Cristo era un uomo così buono lo avevano ucciso e lui sorridendo sarcastico mi rispose: Perché in questo mondo chi fa del bene merita di essere ammazzato! Assistendo a quel che avviene attualmente, come si può dargli torto? Un Paese che non tiene in alcun conto la volontà popolare, sordo alle grida disperate di una popolazione in ginocchio, che non fa mea culpa per i disastri economici, provocati da una classe politica incapace e immorale, dove il presidente di questo disgraziato paese, per riparare i danni, affida alla guida della nazione gli stessi che l’hanno affossata.
Un paese con un debito spaventoso, dove la gente arriva a togliersi la vita non riuscendo a sopravvivere, continua a spendere miliardi per armamenti che sono due volte condannabili: primo perché non ci sono soldi per sfamare la gente, secondo perché le armi uccidono gente innocente. Un paese che continua, con l’insensatezza dei folli, a sperperare miliardi in opere inutili e nocive come la TAV, facendo manganellare chi protesta contro l’ennesimo scempio del denaro pubblico e del territorio. E per convincere la gente ad accettare queste vergogne, fanno passare per terroristi dei “partigiani moderni”. E lo chiamano un paese democratico, ma quale democrazia conoscono, quella di Mussolini, Pol Pot e Hitler? E’ vero costoro li fucilavano i dissidenti, mentre loro li fanno solo passare per terroristi, quanto i veri terroristi sono proprio lor signori! Siamo governati da pazzi che stanno trascinando in un buco nero non solo l’Italia, ma l’intero pianeta che stanno divorando a pezzi, proprio come un branco di lupi affamati con un agnello. I governanti non si preoccupano più di governare il proprio paese, non sono più al servizio del paese ma delle multinazionali, del FMI e della BCE. Senza scrupoli stanno distruggendo duemila secoli di storia per permettere a queste sette sataniche, di rendere un incubo la vita degli uomini. L’Italia fino a pochi anni fa era il paese dell’eccellenza, migliaia di artigiani realizzavano con le proprie mani lavori artigianali apprezzati nel mondo e nei piani terra dei palazzi, migliaia di negozi dove sarti, falegnami, idraulici, panettieri, norcinerie, sartorie ecc. rendevano l’esistenza più serena, dove nessuno si arricchiva, ma tutti vivevano una vita a dimensione umana. Ma la tranquillità della gente non produceva ricchezza per costoro e in breve li hanno costretti a chiudere, creando disoccupazione e favorendo i mostruosi ipermercati che arricchiscono questi cannibali. Questa che secondo loro sarebbe civiltà, in realtà è proprio l’inizio della fine della civiltà. Non solo noi italiani dovremmo ribellarci e tornare a ricomporre quel tipo di società dove il “mestiere” faceva la differenza, dove il valore era costituito dal merito e non dal grado di conoscenze se non di immoralità, che oggi fa la differenza.

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