La Destra avanza. Merkel vince lo stesso, ma che batosta!

Angela Merkel vince le elezioni, ma prende una sonora batosta. Sì, è vero, è arrivata prima, ma perdendo quasi un quarto del proprio elettorato. Che scoppola! Crollano, pure, i socialdemocratici di Schulz, mentre i liberali tornano in Parlamento. E vola, invece, la Destra che catalizza i malumori dei tedeschi, facendo un ingresso trionfale nel Bundestag. I nazionalisti, infatti, rispettando le previsioni della vigilia, hanno raccolto il 13,2%, l’8,3% in più rispetto a quattro anni fa quando rimasero fuori dal parlamento! E’ questo l’esito delle elezioni in Germania. I tedeschi, ma poi queste sono le istanze anche di tutta l’Europa
e in primis della Destra italiana, chiedono una vera alternativa moderata e pretendono che si affrontino i veri problemi della società. L’immigrazione, innanzitutto. In Germania si conferma una verità che la Sinistra e i “buonisti” in generale si ostinano ad ignorare. L’immigrazione è fonte di ricchezza e non genera problemi quando i flussi sono regolati, quando l’integrazione è reale e quando non si formano comunità chiuse. Se invece diventa impetuosa, sregolata, massiccia, viene rifiutata perché vissuta come destabilizzante e pericolosa. E poi, redistribuzione della ricchezza, fisco, euro. La Germania ha una bilancia commerciale record, ma l’export non trascina l’economia interna, dove la disoccupazione è bassa ma a fronte di troppi posti di lavoro a stipendi ridicoli, i cosiddetti minijobs da 450 euro, con cui vengono pagati oltre 7 milioni di persone; un Paese dove le tasse restano alte, dove i länder dell’Est continuano a languire. In teoria,alla luce dei risultati economici, il Paese dovrebbe vivere un boom memorabile ma non è così, anche per l’effetto paralizzante dell’euro, che impedisce la rivalutazione e la svalutazione delle monete nazionali e di conseguenza il più naturale fenomeno di compensazione fra economie forti e deboli. La Germania è sempre più ricca ma la sua ricchezza non si trasferisce alla società nel suo insieme. La Destra, invece, ha saputo intercettare un malumore che fino ad oggi premiava i partiti di sinistra. Molti elettori della destra moderata, che credono nell’imprenditoria privata, che vogliono pagare meno tasse, hanno convogliato sull’Fpd i consensi riservati 4 anni fa alla Cdu di Angela Merkel, a conferma del forte desiderio di una vera alternativa. Sì, anche i tedeschi pur con un bilancio di Stato in attivo e dbito pubblico zero, si arrabbiano. Con Schulz che si chiama fuori dal governo e con la Merkel, che rimarrà cancelliere, ma che dovrà faticare non poco per varare una nuova coalizione. Insomma, il voto in Germania conferma che crescenel Vecchio continente la voglia di cambiamento, meno migranti, meno europa, più sicurezza, più lavoro e soprattutto più salario. Cambiare si può! Adesso, tocca a noi.

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