La crisi ci sta mangiando vivi, ma noi continuiamo a foraggiare i parlamentari e i manager pubblici strapagati!

di Bianca Maria Catanese. Io non so se questa è la peggiore crisi in cui il popolo, non solo quello italiano, si è “trovato” immerso (a sua insaputa) e soprattutto non so chi l’ha fatta lievitare. Io non so chi siano e chi rappresentino quelle agenzie di rating che si possono prendere il lusso di “dare dei voti”, di promuovere o di bocciare uno Stato piuttosto che un altro, un governo di uno Stato piuttosto che un altro governo di un altro Stato. Io non so chi siano queste entità che ci sovrastano e che ci schiacciano giorno dopo giorno, al punto da ridurci all’elemosina. Io so solo, a stento, quello che mi viene detto ogni santo giorno sulla tenuta dei nostri conti pubblici. E non c’è governo che tenga: tutti i governi che si sono succeduti, da quelli molto seri di prodiana memoria, a quelli burlesqueggianti di berlusconiana memoria, a quelli tecnicistici di montiana memoria, tutti, dico tutti, hanno eseguito tagli “orizzontali” alla spesa pubblica, partendo dal basso.So bene che è più rapido tagliare milioni di stipendi e pensioni, pur minimi, anche di un euro a testa. So bene che è più facile tagliare sui costi di una scuola pubblica che insegna agli studenti il senso critico della vita, mentre si elargiscono soldi a quella privata, quella dei diplomifici e dei laureifici che promuove studenti amorfi e ciecamente ubbidienti. So bene che è più facile ridurre i costi della sanità pubblica per costringere cittadini inermi a rivolgersi alle strutture private, spesse volte anch’esse fatiscenti, oppure rassegnarsi a morire di “morte naturale”, così lo Stato avrà meno pensioni di vecchiaia o di invalidità da elargire.So bene troppe cose. Ma conosco altrettanto bene anche altre realtà, realtà di cui parla Antonio Padellaro: “Le famose province sopravvivono benone a tutti i governi che dal secolo scorso ne annunciano regolarmente l’immediata abolizione: 107 enti dichiarati inutili che continuano a succhiare 12 miliardi l’anno. Per non parlare dei soldi ai partiti di cui il governo Letta aveva strombazzato la drastica riduzione: bene che vada, i 91 miliardi attuali diventeranno un’ottantina ma chissà quando (‘ascolteremo i tesorieri di tutto il mondo’, è la simpatica trovata dei partiti perditempo). La crisi si sta mangiando questo paese, ma continuiamo a foraggiare i parlamentari e i manager pubblici più pagati d’Europa. Nessuno sembra più scandalizzarsi. La rinuncia del M5S a 42 milioni di finanziamento statale viene praticamente ignorata (anche per colpa loro, impegnati come sono a litigare su diarie ed espulsioni).“! So bene tutti questi presunti tagli promessi che il buon Padellaro ogni tanto ci ricorda e che nessun governo italiano ha avuto ed ha tutt’ora gli attributi per tagliare: “le sole spese inutili” che tutti i governi, di qualsiasi colore, non hanno mai “voluto” sfiorare. Ed io continuo a pagare….

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