Che significa giustizia in questo Paese?

di Maria Pia Caporuscio. Mi chiedo perché si condanna all’ergastolo una persona quando non esiste la certezza matematica che sia lui l’assassino della piccola Yara, mentre si lasciano liberi degli assassini veri del giovane Federico Aldrovandi, di Stefano Cucchi e chissà di quanti altri. Mi chiedo se anche la giustizia in questo paese sia stata uccisa, dopo aver assassinato il lavoro, la classe media, i diritti e addirittura la nostra civiltà per volere di una indegna classe dirigente.
Si condanna il fascismo ma si usano gli stessi metodi: la condanna di un innocente (Girolimoni accusato di delitti a cui era totalmente estraneo e solo perché il regime aveva bisogno di trovare un colpevole, per dimostrare ai fessacchiotti italiani la propria efficienza). Bel modo di fare giustizia: un innocente in galera e gli assassini autorizzati ad uccidere ancora! Se nessuno può giurare sull’innocenza di Massimo Bossetti, chi può onestamente giurare sulla sua colpevolezza? Ci si deve chiedere perché si rifiuta un ulteriore esame del DNA in questo caso, quando in altri casi addirittura si rimuovono cadaveri sepolti da anni, per fare il medesimo esame ed essere certi di non commettere errori. Perché si stanno usando due pesi e due misure? Forse perché Bossetti non appartiene alla casta, ma si tratta di un uomo qualunque? Se le cose stanno così continuare a vivere in questo paese c’è da tremare! Mi meraviglia il silenzio della stampa e l’ignavia della popolazione, che si sbraccia nell’organizzare fiaccolate per invocare giustizia in casa altrui e tace indifferente quando si tratta della propria casa. Dovremmo chiedere a gran voce che venga ripetuto il DNA per essere certi che non venga condannato un innocente. Si deve essere certi che venga punito il vero assassino non rimanere col dubbio, che si condanna un innocente mentre l’assassino o gli assassini, brindano lo scampato pericolo!

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