La brutta ‘Mezz’ora’ del leader 5Stelle: arriva Salvini e Di Maio scappa!

Ma perché il Movimento 5 Stelle ‘scappa’ ogni volta che deve confrontarsi col suo avversario? Per ‘paura’? Macchè, figuriamoci, è ‘pura’ strategia, è marketing politico all’ennesima potenza.
È il solco, estremo e invalicabile, che hanno tracciato tra loro (i duri e puri) e tutti gli altri (i peccatori). Insomma, il messaggio è forte e chiaro: ‘Noi’ siamo ‘Noi’ e ‘Loro’ sono ‘Loro’. ‘Noi’ non abbiamo nulla da spartire con ‘Loro’, che hanno rovinato il Paese, e ce ne teniamo a debita distanza. ‘Noi’ non ci confondiamo con ‘Loro’ e voi, cittadini-elettori, non dovete confonderci con ‘Loro’! Ecco quindi la buca di Di Maio, prima, a Matteo Renzi su La7 a di Martedì’ da Floris, poi, la fuga in diretta tv davanti a Matteo Salvini su Rai 2 dall’Annunziata che gli aveva chiesto se fosse disponibile ad un confronto in studio con il candidato premier della Lega: “Io vi saluto, lascio la parola all’altro ospite. Arrivederci”, dice Luigi Di Maio. Ospite del programma “Mezz’ora in più”, il candidato 5Stelle ha snobbato la proposta del duello tv con Matteo Salvini, anche lui collegato con lo studio. Lucia Annunziata ha tentato di usufruire della contemporanea presenza dei due politici: “Siete pronti a confrontarvi in studio?”. Secca la risposta di Di Maio: “Io vi saluto. Arrivederci”. Gode il leader della Lega Nord: “Di Maio è abbastanza democristiano, io sono pronto al confronto – dice da parte sua Salvini – se uno è convinto della bontà delle sue idee non ha paura di confrontarsi”. Insomma, nessun confronto. Solo qualche settimana fa, Di Maio dopo aver accettato un confronto tv con il segretario del Pd, Matteo Renzi, si era ritirato proprio a ridosso dell’appuntamento tv. “Dopo il voto in Sicilia, le cose sono cambiate: Renzi non è più un leader”, aveva detto Di Maio dopo il flop dem alle regionali. Questa volta ha scelto i saluti in diretta e la porta d’uscita per sottrarsi al confronto in tv. Ora va bene dire di correre da soli e di non volersi alleare con nessuno degli attuali partiti, bollati dal peccato originale della mala-politica, ovvero dall’aver ridotto il Paese ad un cumulo di macerie, ma confrontarsi con gli avversari è un “diritto-dovere” al quale nessuno può e deve sottrarsi, per una semplice questione di civiltà e, soprattutto, perchè il confronto è il sale della politica e il dialogo la regola fondamentale di ogni democrazia.

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