Standby-Tav. Tregua armata M5s-Lega: il governo decide di non decidere.

di Redazione. Chiuso il caso ‘Diciotti-Salvini’ con l’assist dei 5stelle al Ministro dell’Interno scudato dall’immunità parlamentare contro le accuse dei giudici, adesso l’altra questione sul tavolo del governo è la Tav, con i 5stelle per il No-Tav e la Lega per il Sì-Tav.

Ma se i pentastellati hanno rinnegato uno dei loro principi fondativi nel concedere i benefici dell’immunità parlamentare al loro alleato di governo – ‘uno vale uno’ per cui tutti gli italiani, onorevoli e ministri compresi e nessuno escluso, sarebbero dovuti essere uguali di fronte alla legge – difficile che abiureranno anche il No-Tav, altro punto ideologico del movimento.
Do ut des!? A questo punto, il sospetto di uno scambio di favori tra gli alleati di governo, dopo il caso Diciotti, è più che fondato. Tant’è che l’accordo tra Lega e Movimento 5 stelle sulla Tav c’è. L’opera va sospesa e ridiscussa. Il progetto della Linea Torino-Lione, va rivisto integralmente e ridiscusso nell’applicazione dell’accordo tra Italia e Francia. È questo l’impegno che la maggioranza chiede al governo con la mozione depositata alla Camera, firmata dai capigruppo M5s e Lega.
In buona sostanza, dopo il caso Diciotti, i due partiti di governo hanno deciso per una tregua armata in vista della conclusione della tornata delle elezioni amministrative e delle prossime europee, riponendo nel cassetto il progetto della Lione-Torino.
Il governo decide così di non decidere sulla Tav, in barba all’ultimatum dell’Unione Europea che durante il consiglio d’amministrazione di Telt, ieri a Parigi, ha dato un mese di tempo per la pubblicazione dei bandi di gara: a rischio, in caso di ulteriori ritardi, ci sono 300 degli 813 milioni di euro di fondi europei.

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