Inutile votare. E’ già tutto deciso dai partiti e dalla Ue!

Domenica 24 febbraio e lunedì 25 il popolo italiano sarà chiamato alle urne per eleggere il nuovo Parlamento. Partiti, leader e candidati, abbandonati i manifesti elettorali – tanto è già tutto deciso grazie ad una legge elettorale che manderà in parlamento i ‘prescelti’ dalle segreterie di partito e movimenti vari – fanno a gara per presenziare in tv, per esporre i loro programmi ed accaparrarsi i voti degli “indecisi”! Ma votare servirà realmente a cambiare le cose? Secondo taluni votare è inutile! Non abbiamo scampo: ha già deciso tutto Bruxelles e nessun governo nazionale potrà sottrarsi alle imposizioni della Ue. Nessuno degli uomini o delle donne che oggi si azzuffano nelle liste elettorali, a colpi di twitter e sms, vi potrà governare nei prossimi 5 anni. Inutile votare questi politici. Inutile leggerne i programmi. Inutile guardare i dibattiti tv. Premier, candidati e leader sono figure virtuali, impotenti al 99,9% e tutto perchè chiunque andrà al governo dovrà per forza eseguire solo gli ordini impartiti dai tecnocrati europei, dai trattati europei e dai mercati finanziari. Tutti invocano la Costituzione Italiana, ma in realtà è dal 1991 che essa è sottomessa alla legge europea e il Trattato di Lisbona stabilisce che la Costituzione europea si pone al di sopra delle Costituzioni nazionali, delegando alla Corte Europea di Giustizia la risoluzione dei conflitti. Lo Stato Italiano ha perso ogni forma di sovranità in quanto il governo di casa nostra non ha più alcuna sovranità nelle politiche economiche, di bilancio e sociali ed avendo firmato i trattati europei è sottoposto a vincoli molto rigidi uno su tutti il vincolo del pareggio in bilanco inserito in Costituzione. Ciò significa che se il governo spende 100 deve tassarci 100, lasciando a noi cittadini e imprese esattamente zero euro in saccoccia! Perchè nessun leader spiega chiaramente questa cosa? Se siamo un popolo civile e soprattutto un popolo di gente ancora “viva” dalle urne uscirà un solo vincitore: l’astensionismo!

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