Immagino Pizzarotti al posto di Renzi: onestà intellettuale, competenza, metodo di lavoro, capacità di aggregazione.
La mia prima divagazione è quella di vedere il sindaco di Parma catapultato a nuovo presidente del Consiglio, al posto di Matteo Renzi. Tutti e due dal passato o dal presente da sindaci. Ma così diversi nel loro comportamento, nel modo di presentarsi. Uno, un guascone alla ricerca sempre della battuta ad effetto, l’altro molto morigerato, accusato di essere prolisso, ma da un contorno umano ben definito. Col guascone avrei paura di entrare al bar a bere un caffè, dall’altro comprerei la sua auto, e forse gli concederei un prestito, se me lo chiedesse.Immagino Pizzarotti al timone del governo. Senza nuove leggi elettorali, senza riforme costituzionali. Onestà intellettuale, competenze e metodo di lavoro, capacità di aggregazione. Sono convinto che le cose un po’ migliorerebbero.Forse ci eviteremmo l’atteggiamento di sudditanza verso l’Europa, forse i programmi finanziari sarebbero redatti in maniera organica allo sviluppo del paese, forse sarebbero evitati sprechi in investimenti improduttivi come quelli sul ponte sullo Stretto, sicuramente gente come Verdini non avrebbe più credito.Con Renzi non abbiamo di queste speranze. La seconda divagazione è su un paio di affermazioni che sono uscite dal discorso di Pizzarotti: “non ci può essere un capo politico salvatore della patria” e ancora “da soli non si va da nessuna parte”. Sono frasi che raramente si possono ascoltare da un politico e denotano che il personaggio sia dotato di un certo spessore. L’italiano, essendo di sua natura un popolo servile, ha sempre avuto bisogno di seguire un leader politico. E’ attratto dalla persona carismatica, che abbia le virtù dell’oratore, o meglio dell’affabulatore, dalla vocazione autoritaria. Lo vediamo in questo periodo storico in cui un “personaggino” come Renzi ha avuto, e in parte continua ad avere, un largo seguito. Prima di lui c’è stato Berlusconi, tralascio di citare Berlinguer perché era soprattutto un leader di un partito, ma il numero uno è stato Benito Mussolini, amatissimo dagli italiani. Ho apprezzato molto le parole di Pizzarotti, “da uomo libero al quale nessuno mette il cappello”. Spero che si spinga un po’ più in là. Mi aspetto che dica che le decisioni importanti per la vita di un paese non debbano essere prese all’interno di un partito, ma direttamente dal popolo sovrano.
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