Illusionismo referendario.

di Guido Occelli. È interessante rilevare quanto sforzo profuso per rendere il costosissimo referendum di domenica prossima, incomprensibile, banale e inutile. Mezzi di informazione impegnati a dire il contrario di tutti e tutto, tentativo molto operoso di evitare di informare a guadagno del disorientamento, intento all’astensionismo.

Alti esponenti politici che pur sapendo di essere additati come anticostituzionalisti (politici che di norma usano la Costituzione come un piede di porco a loro uso e consumo), esaltano e sponsorizzano l’astensionismo come diritto (ricordo che andare a votare è un diritto/dovere, diritto in quanto acquisito dopo battaglie più o meno sanguinose e dovere di cittadino partecipe avente diritto). Ex presidente della Repubblica (ex garante della Costituzione) e Presidente del Consiglio che stigmatizzano e invitano a non esercitare un diritto/dovere. Tutto questo esercizio e sforzo contro, puzza di bruciato e di occulto. Perchè tanta avversione, falsità e oscurantismo, perchè un blocco governativo che ha già dato tanta dimostrazione di se stesso, si sta impegnando tanto per rendere incomprensibile, inconcepibile questo referendum, cosa nasconde, cosa non vuole. I quesiti referendari proposti dalle Regioni erano 5, il motivo che ha mosso le Regioni a promuoverli risiede nel de potenziamento del potere decisionale delle stesse, in materia energetica e di tutela dell’ambiente, voluto da questo Governo. Su 4 questioni il Governo ha dovuto fare retromarcia in merito a quanto intendeva fare e operare, stranamente non ha voluto neanche tentare la discussione su qualcosa che spera di ottenere tramite la disinformazione e l’auspicato astensionismo, oggi gridato e pubblicizzato da rappresentanti autorevoli e di dubbia fama, di vicinanza e fratellanza con sistemi economici poco vicini ai diritti dei cittadini, ma vicinissimi ai grandi. Cosa nasconde il quesito referendario di domenica, complicatissimo da leggere e comprendere. Non è un Si o un No alle trivellazioni (non sono contemplate ne quesito). Non è un Si o un No alla concessione a tempo indeterminato (il problema non si pone in quanto mamma Europa ha già sentenziato che non esistono concessioni a tempo indeterminato) e nessuno nega un eventuale rinnovo delle concessioni. Non è un Si o un No al petrolio o gas, in quanto ne estraiamo talmente poco e di pessima qualità che i bilanci nazionali neanche se ne accorgono, tanto più che esigiamo delle tasse di sfruttamento irrisorie rispetto a altri paesi. Non è un Si o un No per salvare i posti di lavoro che al momento non sono a rischio e sarebbero facilmente recuperabili per gli smantellamenti (a dirlo è Maurizio Landini FIOM). Ma allora a che serve questo referendum, cosa nasconde e quali saranno realmente le conseguenze del si o del no. Ci accorgiamo che se dovesse vincere il fronte del No o il non raggiungimento del quorum, sponsorizzato da questo Governo voluto dal presidente emerito & Co., le piattaforme presenti sulle nostre coste che dovessero raggiungere l’esaurimento e ce ne sono già molte in Adriatico, potranno restare in loco senza essere smantellate a tempo indeterminato senza aggravare i petrolieri di elevatissimi costi di rimozione dei loro mostri marini, al contrario della vittoria del Si. Cos’altro nasconde questo referendum se dovesse vincere la politica estremamente decisionista di questo quartierino che ci governa per nome e per conto dei soliti noti?

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