Il pentimento di Juncker? Sono lacrime di coccodrillo.

di Camillo Pignata. Juncker ammette: durante la crisi del debito, siamo stati poco solidali con la Grecia e troppo arrendevoli verso il FMI e le sue politiche. Rivendica invece la necessità di riforme strutturali, e il contributo dell’euro alla sovranità monetaria dei singoli stati.

L’autocritica avviene nel corso della celebrazione dei vent’anni dell’euro.
Perché solo oggi?
Perché oggi, l’Unione europea è più debole, perché forze centrifughe la dilaniano e si apprestano a vincere le future elezioni.
Certo le riforme strutturali sono essenziali, ma in mancanza di una soggettività politica della “UE della Solidarietà” diventano una imposizione che stimolano rigurgiti nazionalisti.
Certo la UE non voleva sanzionare, chi lavora e chi è disoccupato. Ma ha sanzionato.
Per garantire la sovranità del credito, ha distrutto, su direttiva del FMI, i diritti delle persone, il diritto alla salute, il diritto alla dignità dei cittadini greci.
Il punto è l’assenza di autonomia della Ue rispetto al FMI, e ciò avviene perchè l’Europa non è un soggetto politico.
Ma se gli Stati uniti d’Europa, sono ancora lontani, se non c’è un governo europeo, non c’è spazio per la solidarietà su cui nasce e si fonda la UE, e per regolare i rapporti tra gli stati.
Il fatto è che la centrale di comando della UE è troppo “governo-centrica”, dilaniata da uno scontro di interessi nazionali, e non supportata da una dialettica di idee e programmi e progetti.
Il fatto è che i partiti europei pensano alle elezioni e non ai problemi dei paesi, e come fabbriche di consenso sfornano ricette, per incrementare voti e non soluzioni per i problemi dell’Europa.
Per questo occorre riportare il parlamento al centro della politica in Europa, e ripristinare la funzione originaria dei partiti al servizio della gente e non di se stessi.

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