Il Paese delle tasse.

Il binomio che ancora continua a crescere, in un Paese dove pure l’erba ha serie difficoltà a venir sù, è quello inarrestabile di “debito pubblico e tasse”. Assurdo, ma vero. Incomprensibile, ma inconfutabile dal momento che i soldi che gli italiani versano nelle casse dello Stato, sotto forma di tasse e balzelli di varia natura, non bastano mai a colmare la misura di un debito continuamente alimentato non solo da evasione, sprechi e corruzione, ma soprattutto da politiche economiche scellerate! Il peso del fisco nel 2014 ha raggiunto il 43,6%. In 35 anni è aumentato di 18 punti Pil, record assoluto nell’area Ocse. Le imposte sulla proprietà dal 1979 al 2015 sono aumentate del 164%. Quelle sui redditi e sui profitti dell’82,6%. Il partito delle tasse non ha mai vinto le elezioni. Ma il suo obiettivo l’ha raggiunto lo stesso: ha trascinato il Paese negli sprofondi di una crisi economica che nelle sue mani è diventata irreversibile. Altro che luce in fondo al tunnel: qui è notte fonda!

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