Renzi ha dalla sua parte solo i ‘poteri forti’, ma si ritrova contro tutti i cittadini italiani!

Una ragione in più per votare ‘No’ al referendum costituzionale ce la da l’ambasciatore Usa in Italia John Phillips con il suo endorsement a stelle e strisce al governo Renzi: “Il ‘No’ al referendum sulla riforma costituzionale sarebbe un passo indietro per gli investimenti stranieri in Italia. Il referendum è una decisione italiana ma il Paese deve garantire stabilità politica. Sessantatrè governi in 63 anni non danno garanzia. Il voto sulle riforme costituzionali offre una speranza sulla stabilità di governo per attrarre gli investitori. Renzi ha svolto un compito importante ed è considerato con grandissima stima da Obama, che apprezza la sua leadership”. E sul Referendum non poteva mancare, anche e soprattutto, l’appoggio della Merkel che sostiene le politiche spremitaliani del premier senza voto:
 “Ovviamente non spetta al governo tedesco esprimersi su referendum che si tengono in altri Paesi, ma Angela Merkel appoggia il premier Matteo Renzi nelle sue diverse attività di politica interna e le riforme che il premier ha avviato, ad esempio nel mercato del lavoro”. Lo ha detto il portavoce del governo tedesco Steffen Seibert rispondendo a una domanda su quanto affermato dall’ambasciatore Usa a Roma circa il “passo indietro” che farebbero gli investimenti stranieri in Italia qualora prevalesse il ‘no’ al referendum.

Ma come mai Renzi ha dalla sua parte la Merkel, Obama, Marchionne, la Troika, le Banke, Confindustria, e invece in Italia dovunque va scatena la protesta? C’è in questa globalizzazione dei popoli e dei mercati un disegno politico-economico chiarissimo: superare le Costituzioni nazionali, perchè troppo incentrate sullo stato sociale, e cancellare con un tratto di penna la sovranità popolare. C’è chi sta spingendo – servendosi del renzi di turno – verso un progressivo smantellamento del welfare per trasformare l’Italia in un paradiso delle privatizzazioni, dacchè se un servizio non viene più garantito dallo Stato finisce sul “libero mercato” e c’è chi su quel servizio è pronto a fare il suo business e non certo l’interesse dei cittadini.

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