Il caffè sospeso, una tradizione tutta napoletana.

di Terredicampania. “Lascio un caffè sospeso”. Vi è mai capitato di sentir dire, in un bar, questa frase? La tradizione del caffè sospeso è una tradizione antica della cultura napoletana e più in generale campana: entrare in un bar per prendere un caffè, ordinarne due, e lasciare l’altro “in sospeso” per qualcuno che non può permetterselo. Semplice ed eccezionale.
Questa, è, però, una di quelle tradizioni della nostra gente che ha vissuto alti e bassi. Dopo un triste declino che l’ha vista tristemente dimenticata, oggi pare tornata in auge, e, soprattutto, pare aver ispirato una lunga serie di moderne iniziative – il libro sospeso; la pizza sospesa; persino la poesia sospesa – ed essersi diffusa in tutto il mondo, dal Brasile all’Irlanda. Ma come nasce questa generosa abitudine tutta napoletana? Secondo lo scrittore Riccardo Pazzaglia, da un buffo equivoco: quando il bar era un luogo di ritrovo molto più frequentato di adesso, e grandi gruppi di amici erano soliti passarvi interi pomeriggi tra risate e chiacchiere, si finiva sempre per bisticciare scherzosamente su chi dovesse offrire il caffè agli altri. Nel divertito caos che seguiva, tra conteggi sbagliati e alzate di mano, si finiva sempre per pagare un caffè in più, e allora, quel caffè veniva lasciato per chi ne avesse avuto bisogno, per un cliente meno fortunato che affacciandosi alla porta avrebbe potuto chiedere “c’è un caffè in sospeso?”. Non passò molto tempo e il simpatico equivoco divenne abitudine. D’altronde, pur con tutti i suoi difetti, non si può certo dire che la società napoletana non sia sempre stata una società solidale e generosa. In antichità, infatti, esisteva una tradizione molto simile a quella del caffè sospeso: “l’acino di fuoco”, ossia un tizzone lasciato in cortile da chi avesse già acceso il fuoco per offrirlo ai vicini meno fortunati. Filosofia di vita generosa, allegra, solidale e caotica (insomma: tutta napoletana), il caffè sospeso, dunque, è tornato ad essere un’abitudine, anche se meno vissuta e più rara, in molti bar della nostra città: dal caffè letterario di Piazza Bellini, Intra Moenia, all’elegantissimo Gambrinus; dal Caffè San Lorenzo a via dei Tribunali al Bar Settebello di Via Benedetto Croce. Insomma, se mai vi dovesse capitare di leggere fuori a un bar la scritta “qui si accettano caffè sospesi”, entrate e fate questo piccolo atto di dolcezza per il mondo: ché un piccolo regalo gratuito solleva due giornate. Quella di chi lo riceve, e quella di chi lo fa.

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