Il 26 Aprile l’Italia “Riapre”!

di Redazione. Eccola finalmente la data della “riapertura”: il 26 aprile! Seppure tra mille perplessità, paure, dubbi e incertezze, nonostante il numero dei decessi ancora molto elevato, le terapie intensive piene zeppe di ricoverati, i vaccini che vengono sospesi e che scarseggiano, una campagna vaccinale che non decolla, l’antico e mai risolto problema del trasporto pubblico e lo spettro delle varianti sempre in agguato, l’Italia, comunque, riapre.

Il governo Draghi, infatti, cedendo alle pressioni degli “aperturisti”, al pressing di Salvini e della Meloni e al disagio economico di intere categorie, decide di “rischiare” e prova a riaprire il paese parlando di “un rischio calcolato”.

Insomma, l’Italia, nonostante il Coronavirus non sia stato ancora debellato, riparte assumendosi qualche rischio.

Un rischio “calcolato”?

Un “rischio calcolato male”, a dire del Professor Massimo Galli, direttore del reparto di Infettivologia dell’ospedale Sacco di Milano e da sempre il nostro “punto di riferimento” in materia di pandemia, che mette in guardia dalle infezioni positive in atto, dai troppo pochi vaccini ancora inoculati e che bastona il sistema dei colori giallo, arancione e rosso: “Abbiamo ancora 500 mila casi attivi che significa averne il doppio, perché non possono che essere più di così visto che ce ne sono sfuggiti molti. Abbiamo somministrato appena 23 dosi e mezzo di vaccino ogni 100 abitanti, e ci sono ancora molti anziani non vaccinati. Abbiamo ancora un’importantissima parte di settantenni, ottantenni e novantenni che non sono ancora vaccinati. Il sistema dei colori non ha funzionato, basta vedere la Sardegna”.

Ricordiamo che la Sardegna è stata la prima regione a raggiungere la così detta “zona bianca”, quella in cui si registrano, per tre settimane, consecutive meno di 50 casi settimanali per 100.000 abitanti e decadono quasi tutte le restrizioni (eccetto obblighi come la mascherina e il distanziamento), sebbene in quel caso vennero comunque applicate delle ordinanze restrittive. Galli ricorda come la regione dopo il “libera tutti” sia passata dall’oggi al domani “dal bianco al rosso profondo”.

Il professore ha poi espresso le sue opinioni rispetto al futuro prossimo: “Anche se per molti è un disastro continuare a rimanere chiusi e questo lo capisco benissimo, ma in una condizione di questo genere mi sembra abbastanza scontato che invece di continuare a vedere la flessione che è appena accennata, finiremo per avere a breve distanza il processo esattamente opposto. A meno che si riesca veramente a vaccinare a tamburo battente così tanta gente da metterci in una situazione di reale sicurezza. Ma visto che non mi pare questo, in questo momento, il caso e visto che un po’ tutti anche i governi ci hanno messo del loro nel mettere in un angolo e in grande difficoltà la possibilità di utilizzo di determinati vaccini, cosa volete che vi dica? Rimango in allerta e in grande preoccupazione”.

Ed in allerta, continuando a mettere in atto tutte le misure anti-Covid, faremmo meglio a restare ciascuno di noi, ognuno nel proprio piccolo, perchè il virus c’è, continua a circolare, a mutare e a contagiare!

Ma non si può portare al collasso un intero paese e allora vanno bene le riaperture, se effettuate con i dovuti controlli da parte delle autorità competenti e la massima attenzione da parte di tutta la cittadinanza.

Insomma si riapre, ma senza abbassare la guardia: mascherine, distanziamento e massima igiene!

Viene, pertanto, ripristinata la “zona gialla” con precedenza per le attività all’aperto, compresa la ristorazione a pranzo e a cena. Dalla fine del mese quindi si ricomincia all’aperto, ma resta il coprifuoco alle 22. Ci si potrà spostare tra le regioni, ma serve un “pass”, sul modello del “green pass Ue”, per quelle a ‘zona rossa’ e per partecipare a determinati eventi. Gli studenti tornano in presenza, tranne che in zona rossa. Regole precise per il ritorno nei teatri, cinema e musei. Si può tornare a giocare a calcetto. Dal primo maggio fino a mille presenze negli stadi. Il primo giugno al via le palestre. Dal primo luglio si potranno riorganizzare le Fiere. Dal 15 maggio in funzione stabilimenti balneari e piscine scoperte.

Ecco come funzionerà:

SCUOLA. In zona gialla e arancione tutte le scuole saranno in presenza. In zona rossa lezioni in presenza fino alla terza media, mentre alle superiori l’attività si svolgerà almeno al 50% in presenza.

PASS. Il nuovo decreto prevede l’stituzione di un ‘pass’ che attesti la sussistenza di una delle seguenti condizioni: avvenuta vaccinazione, esecuzione di un test covid negativo in un arco temporale da definire, avvenuta guarigione dal Covid. Chi ottiene il pass ha la possibilità di spostarsi liberamente in tutto il territorio nazionale e di accedere a determinati eventi – culturali e sportivi – riservati ai soggetti che ne sono muniti.

MOBILITA’. Gli spostamenti saranno consentiti dal 26 aprile tra regioni gialle. Tra regioni di colori diversi lo spostamento sarà possibile con il “pass”, che di fatto anticiperebbe sul territorio nazionale il “green pass” europeo previsto a giugno nell’Unione europea e che in quel caso prevederà lo spostamento tra Paesi dell’Unione. In tutte le zone il coprifuoco dovrebbe restare alle 22.

RISTORANTI E BAR. In zona gialla, dal 26 aprile a tutto il mese di maggio, sarà possibile pranzare o cenare solo nei luoghi di ristorazione con tavoli all’aperto. Dal primo giugno si mangia nei ristoranti con tavoli al chiuso solo a pranzo. In zona arancione sarà mantenuta la sola possibilità di asporto, così come in quella rossa. Nelle linee guida stilate dalle Regioni, e che dovranno essere vagliate dal Cts, è stato proposto un metro di distanza nei ristoranti all’aperto o al chiuso – se la situazione pandemica lo consente – per aumentare a due laddove la condizione di diffusione del virus si dovesse aggravare.

TEATRI, CINEMA, MUSEI E FIERE. Dal 26 aprile teatri, cinema e spettacoli tornano ad essere consentiti in zona gialla all’aperto. Al chiuso gli spettacoli saranno consentiti con i limiti di capienza fissati per le sale dai protocolli anti contagio. Musei aperti in zona gialla. Le attività fieristiche riapriranno il primo luglio. Nelle linee guida proposte dalle Regioni, si era ipotizzato almeno un metro di distanza – frontale o laterale – tra spettatori al cinema o al teatro se indossano la mascherina e almeno due metri di distanza qualora le disposizioni prevedano di non indossarla.

CALCETTO E SPORT DI CONTATTO. Si può tornare a fare qualsiasi tipo di sport all’aperto, anche quelli di contatto, dal calcetto alla partita di basket o di beach volley, purchè’ ovviamente in zona gialla.

STADI. Dal primo maggio si riaprono le porte degli stadi. Come per gli spettacoli, ci sono delle percentuali massima da definire: l’ipotesi e’ 25% della capienza, con un massimo di 500 persone in palazzetti e 1.000 negli stadi. L’apertura vale solo per gli sport agonistici, riconosciuti di interesse nazionale da Coni e Cip.

PALESTRE. Dal 26 aprile saranno consentiti gli sport all’aperto mentre il primo giugno riapriranno al chiuso anche le palestre. Nelle linee guida delle Regioni è stato chiesto di regolamentare l’accesso agli attrezzi, delimitando le zone per garantire almeno un metro di distanza tra le persone che in quel momento non svolgono attività fisica e almeno due metri durante l’attività fisica e di evitare lo sport da contatto fisico.

LIDI, TERME, PARCHI TEMATICI E PISCINE. Le piscine all’aperto riapriranno il 15 maggio e per la stessa data dovrebbe essere prevista per gli stabilimenti balneari. Dal primo luglio ripartono gli stabilimenti termali e parchi tematici. Le linee guida proposte dalle Regioni chiedono prenotazioni per l’accesso alle piscine e liste da conservare almeno per 14 giorni, oltre a postazioni che permettano la distanza di almeno due metri tra le persone.

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