Finchè la barca va, lasciala andare…
di Redazione. A parte la sceneggiata della crisi di governo causata proprio da chi quel governo l’ha fortemente voluto, a parte la crisi economica che ormai ci tiene da oltre vent’anni dentro un tunnel senza fine, a parte il fallimento del reddito di cittadinanza, dei “navigator” e dei centri per l’impiego, a parte il fisco che ci sta mangiando buste paga, case e risparmi in cambio di servizi scadenti se non addirittura inesistenti, a parte che ci pagano “quattro soldi” per lavorare tutta una vita per poi pensionarci a 70 anni con “due soldi”, a parte Sanremo e il Campionato di calcio forse le uniche due realtà che ancora funzionano, a parte tutto questo, l’Italia va.
C’è un clima di totale rassegnazione votato al fatalismo, nel quale ognuno paga o evade zitto e mosca, rinchiuso nel proprio orticello a farsi i fatti propri. Tanto, come per il Coronavirus – vissuto come un qualcosa di lontano che al momento non ci riguarda e che non ha smosso di una virgola le nostre abitudini – che vada come deve andare. Tanto se deve succedere, ti pare che succederà proprio a me!? Magari capiterà al vicino di casa e non certo a me. E se proprio toccherà a me, vedremo il da farsi al momento opportuno. Per l’intanto finchè la barca va, lasciala andare…
Ma perchè il ministro dell’Interno è adeguato? Sì, si è adeguato alla Sardine riaprendo i porti!
Il paese Italia è rappresentato da un Ministro degli esteri che politicamente è decisamente INADEGUATO ed IMPREPARATO, come si può pretendere di essere presi sul serio, si viene presi a risate per non dire a pesci in faccia.
SE ALLA MAGGIORANZA PIACE, inchiamoci. Non vedo un sentimento di protesta\proposta ma la solita stantia italica:tengo famiglia.
Non tutti i mali vengono per nuocere. Il Coronavirus se dilaga in Africa finalmente sarà possibili in Italia chiudere i porti per motivi sanitari senza scomodare il razzismo.
la Cina sapeva del coronavirus ed ha taciuto. Ciò che andiamo ripetendo da settimane ora trova conferma. Il presidente cinese Xi era stato avvisato già il 7 gennaio ma l’allerta non era scattata, presumibilmente per evitare ripercussioni economiche, che poi ci son comunque state. Ed ora l’allerta è globale: oltre la metà del pianeta è a rischio infezione e, titola Il Giorno, “60 milioni di cinesi sono costretti a chiudersi in casa”. Ed i morti sono già 1.700.
Il Giorno ricorda come il New York Times avesse rivelato già a fine gennaio che “Pechino aveva informato l’Organizzazione mondiale della sanità il 31 dicembre, tenendo però all’oscuro i cinesi su quel che stava accadendo. Il livello dell’ira popolare è vulcanica e la gente infuriata potrebbe anche gettare via le paure, ha tuonato Xu Zhangrun, professore di diritto della Tsinghua University”. Quel che è peggio, il medico che per primo aveva lanciato l’allarme, ed è morto infettato, fu persino redarguito dalle autorità, prima della tardiva riabilitazione.
Mentre lorsignori giocano alla crisi di governo, l’Italia non produce più un euro di ricchezza. Repubblica e la sua succursale fighetta (Il Foglio) in estasi per la Lamorgese. Per Speranza il Coronavirus in Africa non fa paura