I bambini delle coppie omosessuali: adeguiamoci alla natura e al buon senso.

di Yvan Rettore. In natura sono un maschio e una femmina a mettere al mondo i piccoli e in parecchi casi è solo quest’ultima ad allevarli fino all’età adulta.

La natura riconosce soltanto le specie in grado di procrearsi perché l’essenza della vita sta tutta lì.

Noi esseri umani, se cominciamo col disconoscere questa evidenza del tutto inconfutabile andiamo contro natura.

E dopo tutti i fallimenti che abbiamo dovuto subire per averlo più volte fatto in passato, non abbiamo ancora capito che non ci conviene proprio porsi al di sopra di essa.

Nessuno nega il fatto che due omosessuali possano amarsi e farsi una vita insieme, cosa che esiste anche in natura, ma è opportuno ricordarsi che anche in natura esiste il fatto che non possano procreare e avere quindi un figlio.

Un bambino ha sì bisogno di essere amato e non basta procreare per diventare un genitore, ma è altresì vero che il suo equilibrio come essere pienamente consapevole del suo essere nonché la sua evoluzione si svilupperanno soltanto con la percezione chiara nella fase iniziale della sua vita della presenza di un uomo come padre e di una donna come madre.

Anche perché comunque vada tutti gli omosessuali sono nati dall’incontro di un uomo e di una donna e perfino loro sono riusciti ad operare una scelta di vita così determinante sul piano identitario proprio per avere preso pienamente consapevolezza di quello che è una coppia etero, l’unica che la natura prende davvero in considerazione in quanto unica a poter appunto procreare.

Quindi bisogna accettare serenamente la propria condizione e non essere spinti a volere qualcosa che la natura non ti può offrire soltanto per soddisfare un tuo desiderio egoistico cercando sempre di volerlo far passare per un diritto.

La priorità di un bambino non è soltanto di essere amato ma anche di essere allevato in una coppia etero conformemente alla natura di cui fa parte, cosa che poi gli consentirà in età adulta di poter operare delle scelte pienamente consapevoli sia sul piano sessuale che affettivo, orientandosi verso un rapporto etero o omosessuale e accettando in entrambi i casi i pro e i contro di tale scelta ed evitando di voler equiparare in tutto e per tutto (quindi compresa la volontà di avere dei discendenti) entrambe le situazioni.

Negando ad un bambino questo percorso, si rischia di arrecargli non pochi problemi identitari nel corso della sua crescita (e si sa quanto la crescita di un individuo oggi sia difficile e complessa) che non faranno bene né a lui, né a coloro che avranno a che fare con lui.

Detto questo, sarebbe meglio evitare di aggiungere problemi ad altri problemi.

O no?

 

Fonte: https://yvanrettore.blogspot.com/2023/03/i-bambini-delle-coppie-omosessuali.html

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2 Responses

  1. SPQR ha detto:

    Non me ne frega niente se Elly è una donna che ama un’altra donna e se Luxuria è un uomo che si veste da donna e ama un altro uomo Mi infastidisce l’esagerazione sguaiata delle loro preferenze mi infastidisce il loro tentativo di far passare per normale quel che normale non è…

  2. diego f. ha detto:

    La neolingua liberale la chiama surrogazione di maternità, maternità surrogata, gestazione d’appoggio o gestazione per altri. Dobbiamo invece chiamarla col suo vero nome: utero in affitto, apice della mercificazione e dello sfruttamento capitalistici. La donna svilita a magazzino aziendale, il nascituro a merce on demand, le classi deboli a officine di figli per i capricci dei ricchi.

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