Cresce la voglia di tornare alla vecchia liretta e di uscire in fretta e furia dall’euro che finora ha seminato solo morti e macerie lungo tutto lo Stivale. L’Europa dell’€uro e del fiscal compact è sempre meno amata dagli italiani. Da un sondaggio “Demos” pubblicato da Repubblica questo dato emerge in modo nettissimo. Dal 2000 ad oggi la fiducia degli italiani nella Ue si è dimezzata. Dal 57% è passata al 29% e da settembre 2013 ad oggi, è caduta di cinque punti toccando il livello più basso mai registrato da quando è cominciato il processo di costruzione dell’Europa Unita. La moneta unica viene percepita come una sciagura e l’Europa considerata come un grande esattore che giova solo alla Germania di Angela Merkel e alle banche. Insomma, non è più possibile vivere in un’Europa che chiede senza dare nulla in cambio. Il 44% degli italiani guardano alla moneta unica con insofferenza, ne vorrebbero uscire ma temono che farlo sarebbe pericoloso. Il maggior grado di antieuropeismo si registra tra gli imprenditori e i lavoratori autonomi, il 42%, il dato sale tra le casalinghe (44%) e i disoccupati (38%). Il maggior livello di europeismo lo si trova tra gli studenti (43%) i liberi professionisti (48%) e fra gli impiegati del settore pubblico (39%). Per quanto riguarda la diffusione geografica l’antieuropeismo raggiunge il livello più alto al Sud e nel Nord ovest mentre è un pò meno diffuso nel centro e nel Nord-est.
E sotto la spinta anti-europeista, come si muove l’elettorato? Avanza impetuoso Beppe Grillo – nonostante o forse proprio grazie alla linea dura contro i dissidenti – e calano centrodestra e centrosinistra. Comunque, stando ai risultati del sondaggio “Emg” per il TgLa7 , se si votasse oggi ci sarebbe sì un vincitore senza ballottaggio, ma non sarebbe il MoVimento5Stelle, bensì la compagine guidata dal Pd, per un soffio sopra la soglia-premio del 37%.
Secondo il sondaggio, il Pd resta comunque il primo partito, al 30,4% (-0,2 rispetto a una settimana fa). Cala ancora Sel (3,3%, -0,5), tiene Scelta civica (1,5%, -0,1). In totale, il centrosinistra scende dello 0,5, fermandosi al 37,1 per cento. Nota a margine, ma preoccupante, cala la fiducia degli intervistati nei confronti del premier Matteo Renzi, che della coalizione dovrebbe essere il traino: 41%, ancora alta, ma un punto in meno rispetto al 3 marzo. Arriveranno in tempo quegli 80 euro in busta paga per vincere le europee?
Il centrodestra risente, invece, del calo vistoso di Forza Italia: secondo Emg, il partito di Silvio Berlusconi scende al 21%, perdendo lo 0,9. Salgono invece i due alleati più probabili, Lega Nord(4,2%, +0,5) e Fratelli d’Italia (+0,3, al 3,2%) su cui è ancora da verificare l’effetto del congresso di Fiuggi con marchio Alleanza nazionale. Il centrodestra è al 34,7%, perdendo lo 0,4, ma la stima considera nell’alleanza anche Ncd, che in realtà da qualche settimana sembra aver rotto con il Cavaliere. Il Nuovo Centrodestra è al 3,2% (+0,3), quota ben al di sotto delle aspettative di Angelino Alfano, che mira ad un 7% già alle prossime europee.
Per contro, il vicino appuntamento con le urne fa benissimo al MoVimento5Stelle, terzo partito al 23,8%, in aumento dello 0,7 e con un trend in costante crescita, che lascia presagire che i 5Stelle alle prossime europee faranno il pieno di voti anti-euro.
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