Botta e risposta tra Beppe Grillo e Pier Luigi Bersani!

E’ già campagna elettorale per le Politiche del 2013! Beppe Grillo ce n’ha per tutti e in particolare per Pier Luigi Bersani. Tutto è cominciato con una sventagliata di insulti, alternati ad una serie di addebiti politici: Grillo, sul suo blog, attacca il leader del Pd definendolo un “non morto”, un “pollo che si crede aquila”, e lo invita ad andare a “lavorare”, perché “in futuro ne avrà bisogno!!!”. Il comico-blogger e ora leader politico se la prende con i democratici – il “pdmenoelle” come ama chiamarli lui stigmatizzando il fatto che ciò che contraddistingue il partito democratico dal popolo delle libertà di Silvio Berlusconi è soltanto una “elle” e replica duramente a Pier Luigi Bersani che ha sta rivendicando la vittoria alle amministrative: “Il non morto (ma quasi) di un partito mai nato Bersani ha detto di aver “non vinto” a Parma, Comacchio e Mira. Lo ha spiegato con parole incontrovertibili: “Abbiamo non vinto perché lì erano governati dal centrodestra”. Chiaro? C’è forse bisogno di spiegazioni? Chiamate un’ambulanza per un TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio). L’affermazione del Pdmenoelle “E’ una vittoria senza se e senza ma”. Bersani però è affranto, non potrà più costruire l’ennesimo inceneritore nella sua Emilia, a Parma non ci sarà un tumorificio come in altre città governate dal Pdmenoelle come con l’ebetino a Firenze. Il pollo che si crede un’aquila è quindi tornato sui suoi cavalli di battaglia elettorali “Noi non cederemo ai populismi e ai qualunquismi” e alle argomentazioni politiche sulla vittoria del MoVimento 5 Stelle a Parma dovuta a “una destra che a Parma si è rimpannucciata sostenendo il grillino”. Rimpannucciato il grillino, belin, Bersani batte nell’eloquio Vendola per 5 a 0! Non è finita qui. Per il non morto (ma quasi) la crisi della destra provoca “un vuoto d’aria”. In pratica il peto in cui si dissolvono i partiti. Bersani ha poi spiegato ai giornalisti “Che se stiamo fermi non andiamo lontano”. Nessuno, dopo questa affermazione, ha accompagnato il buon uomo alla prima panchina con un sacchetto di becchime per i piccioni, anzi i giornalisti presenti seri in viso hanno preso appunti continuando quando ha affermato c’è un punto inevaso da Grillo: il lavoro. Abbiamo un tasso di disoccupazione che sommato agli sfiduciati, che il lavoro non lo cercano, più arriva al 20%. Chi ha creato la disoccupazione? Il MoVimento 5 Stelle oppure vent’anni di inciuci con il Pdl, di investimenti nei catorci della Fiat e nella cementificazione del Paese invece che in innovazione? Chi ha svenduto a debito la Telecom se non D’Alema condannandola a un nanismo industriale? Chi ha benedetto la legge sul precariato ieri e la “ristrutturazione” dell’articolo 18 oggi? Chi ha permesso alle nostre aziende di spostare la produzione all’estero, dalla Cina alla Romania consentendo di mantenere sui loro prodotti il marchio “Made in Italy”? Chi ha costretto una generazione di giovani a emigrare (secondi in Europa dopo la Romania)? Prima di parlare di lavoro, Bersani dovrebbe lavorare, ci provi, in futuro ne avrà bisogno.“. La replica arriva a stretto giro di posta. “Beppe Grillo deve stare sereno” ha detto il segretario Pd replicando al leader del ‘Movimento5Stelle’ che lo ha insultato: “Sta’ sereno, adesso sei un capo partito anche tu. Non basterà bestemmiare gli altri, dì qualcosa che sia preciso per il tuo Paese. Sta’ sereno!”.

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