Giù la maschera!

Da oggi, gradualmente, cominciano a cadere le restrizioni imposte per arginare l’impennata dei contagi della quarta ondata di pandemia da Covid-19. Il ritorno alla ‘normalità’ sarà lento, graduale e sempre condizionato dai numeri. I dati di questi ultimi giorni evidenziano una curva discendente dei contagi e un calo progressivo dei ricoveri in reparto e nelle terapie intensive.

11 FEBBRAIO. Cade l’obbligo di mascherina all’aperto ma nel caso di folle e assembramenti sarà obbligatorio indossarle. Resta l’obbligo di mascherina al chiuso. Riaprono anche le discoteche e i locali, ma si potrà entrare solo col Green pass rafforzato (vaccinati o guariti). La capienza massima è del 50% al chiuso e del 75% all’aperto. Sarà comunque necessario indossare la mascherina nei locali chiusi e mantenere il distanziamento sociale.

1° MARZO Il limite di capienza in stadi è palazzetti diventa del 75% se all’aperto e del 60% se al chiuso (oggi è al 50 e al 35%).

31 MARZO Scade lo stato d’emergenza che di proroga in proroga perdura ormai da due anni. Il governo vorrebbe mettervi fine in via definitiva, ma molto dipenderà dall’andamento dei contagi, insomma dai numeri. Il governo stima di aver completato la dose booster per 49 milioni di italiani entro la metà di marzo. Non è detto che con la fine dello stato d’emergenza cada automaticamente anche l’obbligo di indossare la mascherina nei luoghi chiusi. Questo potrebbe rimanere ancora in vigore fino all’estate. Un discorso a parte merita il Green pass. Chi ha fatto la terza dose o chi è guarito dal Covid dopo il ciclo primario di vaccinazione ha una certificazione che ha durata illimitata. È probabile che continuerà a essere necessario per andare al lavoro o accedere a attività ludiche e ricreative almeno fino all’estate. Un’altra restrizione che potrebbe cadere a breve è quella che prevede l’obbligo di isolamento per i positivi asintomatici.

15 GIUGNO Scade l’obbligo vaccinale per gli over 50 italiani e stranieri residenti in Italia.

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6 Responses

  1. Sprerm ha detto:

    «La politica è sangue, sudore e merda», diceva uno che nella vita ne ha viste tante, il vecchio socialista Rino Formica. Perciò questa è la storia di una piccola società di software che ha sede a Forlì, la Saints Group srl, e di Marta Giorgetti, unica figlia di Giancarlo, il ministro allo Sviluppo economico. La società, sulla carta, è poca cosa: una startup con 25mila euro di capitale sociale che ha chiuso il 2018 con un piccolo attivo e il 2019 con una perdita di 9.233 euro. Alla Camera di commercio risulta formalmente inattiva. Quanto a Marta, studentessa di Cazzago Brabbia, 794 anime a 11 km da Varese, ne ha detenuto il 32 per cento delle quote (valore nominale: 8.000 euro) dal 19 giugno 2020 fino al 2 aprile 2021. E allora? Allora, da settimane la Saints Group agita non solo i sonni del padre ma anche il mondo della Lega, che ha nel “Gianni Letta padano” il suo esponente di spicco al governo. Giorgetti ha in mano uno dei ministeri più pesanti del paese, è in buoni rapporti con il Quirinale, è amico personale di Mario Draghi e ha accesso diretto al Sancta Sanctorum di Palazzo Chigi, dove è stato sottosegretario ai tempi del Conte I; ma incarna, attenzione, anche una linea filo-Ue e filo-Ppe opposta al sovranismo di Matteo Salvini, il quale punta piuttosto, come si sa, a creare un gruppo «identitario, conservatore e di centrodestra» con Viktor Orbán, Mateusz Morawiecki e Marine Le Pen. Due linee e due caratteri agli antipodi, in eterno duello. E in mezzo, la storia di Marta. Che proprio dal padre ha avuto in regalo la Saints Group. Continua la saga degli affari dell’ex socio di Giorgetti dopo la scoperta di Emiliano Fittipaldi del Domani.

    Vecchi amici in affari

    La storia è piccola, dicevamo. Ma racconta molte cose su come dietro le quinte – tra amicizie, veleni e affari – funziona la politica di questo paese. Inizia il 29 giugno 2018, il giorno in cui nasce la famosa startup. Ha quattro soci, e due sono nomi di peso della Lega fin dai tempi di Umberto Bossi: uno è Giorgetti, commercialista laureato alla Bocconi, parlamentare dal 1996 e in quel momento sottosegretario a Palazzo Chigi; l’altro è Gianluca Pini, deputato nella XV, XVI e XVII legislatura, segretario per una vita (dal 1999 al 2015) della Lega Nord Romagna e animatore della corrente dei “Barbari sognanti” che nel 2012 ha portato Roberto Maroni alla segreteria del Carroccio. I due sono amici da anni. E anche se nel 2018 Pini non si è ricandidato «per motivi personali» (è tornato a fare l’imprenditore nel settore della ristorazione), ecco che nella Saints Group li troviamo soci, fianco a fianco, con il 32,14 per cento a testa. Pini è l’amministratore unico. Giorgetti invece ha quote “sterilizzate”, cioè senza diritto di voto.Un anno dopo scoppia la prima grana. Report contesta al sottosegretario l’«ampio oggetto sociale» della società: «Potrebbe occuparsi anche di telecontrollo, di cyber security. Potrebbe emettere dei bond, qualora fosse necessario per finanziarsi. È una questione di opportunità: è opportuno?». La questione in effetti è delicata. Soprattutto considerando che Giorgetti, figlio di un pescatore e a sua volta presidente della cooperativa dei pescatori del lago di Varese, si è dimesso da quella carica proprio per non violare la normativa sul conflitto di interessi. Report insiste: «Perché Giorgetti rileva un rischio quando si tratta di una vecchia cooperativa di pescatori e non lo fa quando si tratta di una società che potrebbe – oggi non lo fa, ma potrebbe in futuro – occuparsi di una materia così delicata come la cyber security?». Il sottosegretario, davanti alle telecamere, tira via seccatissimo: «Ma che cyber security! Ma siete matti, voi!». Il regalo di papàLa Saints Group, in effetti, sembra quasi non esistere. E quel poco che esiste su Internet sembra avere a che fare soprattutto con software per l’e-ducation e il controllo parentale. Gli affari, stando ai bilanci, non sono brillantissimi. Anzi: «Nel 2019 sono stati sospesi gli ammortamenti per le spese capitalizzate inerenti lo sviluppo del software, in quanto si sono resi necessari alcuni interventi tali da non rendere funzionante l’applicazione in sviluppo e di conseguenza la sua vendita. L’attività̀ di sviluppo e miglioramento è proseguita anche nel 2020». Ed è proprio in quel 2020, il 19 giugno per l’esattezza, che Giorgetti regala le sue quote a Marta. Non è un regalo un po’ strano, una società in perdita? Gianluca Pini dipinge un futuro brillante: «Abbiamo registrato brevetti internazionali, ci saranno sviluppi milionari». Perfetto. Dopo appena otto mesi, il 2 aprile di quest’anno, Marta rinuncia ai potenziali milioni e si libera di ogni partecipazione, cedendo tutto all’ex socio di papà. Il quale papà, nel frattempo, è diventato ministro allo Sviluppo economico. Cosa c’è dietro questa girandola di quote? Le mascherine del barbaroLe voci sono tante, come vedremo. Ma c’è anche un fatto certo: il 18 marzo 2020 la società con cui Pini si occupa di ristorazione, Codice srl, firma un contratto con la Ausl Romagna per la fornitura, con affidamento diretto, di “mascherine usa e getta a tre veli ASTM 3 (99 % BFE (Bactirial Filtration Efficency)” a 1,056 euro l’una, più Iva. Importo massimo: 6,3 milioni di euro. Siamo all’inizio dell’emergenza, ricordiamolo. L’Italia è alla disperata ricerca di dispositivi di protezione. Ma a qualcuno il contratto puzza di bruciato: Veronica Verlicchi, consigliera di opposizione a Ravenna (lista Pigna, una civica di centrodestra), il 27 marzo presenta un’interrogazione al sindaco. Le sue perplessità sono molte. «Come si evince dalla visura camerale della società Codice srl, dal 1° dicembre 2018 la sua attività prevalente è il commercio all’ingrosso di bevande e alimenti in genere, e solo il 16 marzo 2020, in coincidenza col contratto, è stato aggiunto il commercio all’ingrosso di articoli medicali ed ortopedici». Inoltre, «il capitale sociale è di 10.000 euro, di cui versati 2.500. La società non detiene crediti e debiti in valuta estera. Nel 2017 i ricavi da vendite e prestazioni erano pari a 0, nel 2018 di 180.201 euro». Domanda: in base a quali elementi l’Ausl garantisce che «il fornitore ha comprovata esperienza nel reperire sui mercati esteri prodotti di difficile approvvigionamento, stante le sue note esperienze e professionalità maturate in anni di relazioni internazionali legate al commercio estero»? Perché «affidare una fornitura del valore di 6.336.000 euro oltre Iva, aumentabile del 30%, ad una società che ha un capitale sociale, non interamente versato, di 10.000 euro»? Come è possibile concludere un accordo simile in soli quattro giorni? E per quale motivo le mascherine sono pagate in anticipo, senza il rilascio da parte di Codice di una «idonea garanzia fideiussoria per l’ammontare del valore della fornitura»?

  2. Torhn ha detto:

    L’effetto Draghi” non c’è più: a quasi un anno esatto dall’insediamento dell’attuale governo guidato dall’ex presidente della Bce, infatti, l’Italia si ritrova a fare i conti con l’aumento dello Spread, il caro-bollette e un aumento della benzina che non si registrava da circa 10 anni. Insomma, altro che boom economico: il nostro Paese naviga in acque agitate alla faccia di esperti e analisti che, con l’avvento di Mario Draghi, prevedevano l’avvio di un nuovo Rinascimento.

    SPREAD
    Nel periodo tra il 3 e il 13 febbraio 2021, ovvero da quando Mario Draghi ha ricevuto dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il compito di formare un nuovo governo al giorno dell’insediamento dello stesso, lo spread, il differenziale tra i tassi di interessi del titolo di Stato italiano e l’equivalente Bund tedesco, oscillava intorno ai 90 punti base, ai minimi negli ultimi 5 anni, con un rendimento del Btp decennale dello 0,44%.

  3. Marvellius ha detto:

    A proposito, già da tre giorni, in Israele è stato tolto il requisito del passaporto vaccinale razziale per accedere alla maggioranza dei luoghi pubblici nel Paese. Israele occupa un posto speciale nei piani del Nuovo Ordine mondiale perché questa nazione è stata concepita per condurre il governo mondiale. Se persino qui crolla la farsa pandemica, allora non possiamo che dedurre che il fallimento del forum di Davos, della famiglia Rockefeller e di tutti gli altri poteri che hanno organizzato questo colpo di Stato pandemico è completo.
    https://www.haaretz.com/israel-news/covid-in-israel-new-infections-continue-drop-but-serious-cases-remain-high-1.10591271

  4. Anonimo ha detto:

    La rabbia di Draghi è ancora tanta. C’era un patto tra lui e l’alta finanza internazionale che non è stato rispettato. L’uomo del Britannia aveva accettato di portare a termine l’omicidio economico dell’Italia iniziato da lui stesso a bordo del panfilo Britannia della Regina Elisabetta. In cambio, Draghi avrebbe dovuto ricevere come “ricompensa” lo scranno più alto della Repubblica parlamentare della NATO, ovvero la presidenza della Repubblica. Il patto non è stato rispettato.

    I partiti hanno preferito lasciare immutato lo status quo per tirare a campare ancora qualche mese nell’illusione che il loro declino sempre più rapido si arresti. L’uomo del Britannia a questo punto si trova privo di un paracadute che nella sua ottica lo avrebbe messo al riparo dai rovesci del tracollo economico e sanitario da lui stesso provocato. Ora Draghi non ha più alcuna convenienza a restare sulla poltrona che scotta di palazzo Chigi. Sono gli stessi media di regime a scrivere che il suo addio si fa sempre più vicino. Nessuno dei sicari di Davos vuole restare a bordo di una nave che imbarca acqua da tutte le parti. Tutti hanno perduto la protezione dei loro referenti sovranazionali. Tutti ormai sono soli con le loro responsabilità e i loro crimini davanti al popolo.

  5. GUTENBERG ha detto:

    Macron è tornato dal suo incontro con Putin per trasmettere il seguente messaggio all’Ucraina:”fate un accordo di pace con Putin. È meglio.” Questo sarebbe il leader del blocco euro-atlantico. Questo ci dà la misura di quanto la lobby atlantista sia ormai in pieno declino. La NATO di fronte alla Russia è soltanto una tigre di carta.
    https://www.rt.com/russia/548931-macron-wants-kiev-adopt-minsk/

  6. aLEXX ha detto:

    Nella scala gerarchica degli agenti del neoliberismo che hanno prodotto più devastazioni all’economia Italiana, al primo posto c’è sicuramente Mario Draghi. Sul secondo gradino del podio c’è certamente lui, Romano Prodi, che non appena negli anni 80 mise le mani sull’enorme patrimonio industriale pubblico dell’Italia iniziò a lavorare per la sua dismissione. Negli anni 90 continuò a portare avanti la “opera” trascinando l’Italia nella prigione della moneta unica, nella quale l’economia nazionale ha iniziato a morire lentamente per asfissia. Adesso persino l’uomo che dopo Draghi ha dato il più decisivo contributo all’omicidio economico dell’Italia invita a trovare un accordo con la Russia. La crisi del blocco euro-atlantico e di tutti i club privati del globalismo, quali Bilderberg e Trilaterale, è molto più grave di quanto si pensasse. Questo potere contava di chiudere il cerchio del governo mondiale in questi ultimi due anni e invece si è risvegliato subendo una delle più clamorose sconfitte della sua storia.
    https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/02/11/caro-bollette-prodi-a-la7-litalia-faccia-un-contratto-a-lungo-termine-con-la-russia-siamo-fedeli-alla-nato-ma-i-nostri-interessi-sono-sacri/6489895/?utm_campaign=la7&utm_medium=twitter&utm_source=twitter

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