Fino a ieri non sapevo di essere proprietario di 50 case!

di Antonio Di Pietro. Fino a ieri sera non sapevo di essere, addirittura, proprietario di una cinquantina di case. Anche se, continuando con queste ripetute diffamazioni, prima o poi, a quel numero potrei anche arrivarci, grazie ai risarcimenti di coloro che mi hanno diffamato e continuano a diffamarmi tutti i giorni. Stiamo parlando, infatti, di diversi milioni di euro, alcuni peraltro già da me incassati, a cominciare da quell’importo di 400 milioni di lire (a cui ne seguirono molti altri di diversi soggetti) che, sin dal lontano 1997, mi consegnò la Società Europea di Edizioni di Paolo Berlusconi (come da copia dell’atto di transazione che produco). In particolare, e per quanto riguarda le diverse persone che hanno reso la loro versione dei fatti alla trasmissione di Report di ieri sera, vorrei segnalare che alcune di esse devono ancora risarcirmi e pagare i miei difensori anche alla luce delle recentissime sentenze pronunciate dalla magistratura in grado di Appello. Questo è il caso di Elio Veltri (vedi sentenza Corte di Appello di Roma n. 1716/12, del 16 maggio 2012 ) e di Mario Di Domenico (vedi sentenza Corte di Appello di Roma n. 4929/12, del 9 ottobre 2012). Con costoro e, soprattutto, con molte delle altre persone che ieri hanno raccontato balle a non finire (come ad esempio quella persona che ha voluto far credere che io sia proprietario di un’infinità di case), ci rivedremo, come al solito e con documenti alla mano, in Tribunale. Comunque, prossimamente, al fine di soddisfare ogni legittima curiosità dell’opinione pubblica, provvederò a pubblicare in Rete tutte le sentenze di condanna dei miei diffamatori e il relativo risarcimento in denaro a mio favore, disposto dai competenti Tribunali per ogni diffamazione subita. E ciò anche a dimostrazione della legittima provenienza del denaro di cui ho potuto disporre in questi anni. Intanto, e al fine di confutare il tentativo di voler far credere che io abbia utilizzato in modo improprio la donazione ricevuta, a suo tempo, dalla signora Malvina Borletti, pubblico copia dell’atto notarile ufficiale di detta donazione che, come si può constatare, non contiene alcuna indicazione “modale” ed è senza “condizioni”. Da questo si può desumere anche che tale liberalità è avvenuta in data 22 maggio 1995 e, quindi, prima che io mi mettessi a fare politica e addirittura anni prima di quando venne fondato il partito Italia dei Valori. E ciò a dimostrazione che detta donazione mi venne offerta per fini personali e non per fare politica (anche se io poi, per libera scelta, ne utilizzai buona parte proprio per avviare ed organizzare l’attività politica di IdV). Con l’occasione pubblico nuovamente, dopo averlo fatto già diverse volte in precedenza, il decreto di archiviazione del Giudice per le indagini preliminari, dottoressa Maria Bonaventura, Trib. Roma (29649/10 RGPM – 21604/10 RG GIP), depositata il 23 dicembre 2010, che fa seguito a molte altre sentenze di proscioglimento, precedentemente emesse anche da altri giudici, da cui risulta la regolarità della costituzione e del funzionamento del partito Italia dei Valori e, soprattutto, la corretta tenuta della sua contabilità . Vorrei precisare che la giornalista si è limitata a leggere soltanto le prime righe di quel provvedimento, omettendo di evidenziare quanto specificato nelle pagine successive. Ossia l’inesistenza di una duplicità di soggetti giuridici tra associazione Italia dei Valori e movimento politico Italia dei Valori, e l’assoluta regolarità nell’incameramento e nella gestione dei rimborsi elettorali.

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