Terrorismo: un premier troppo piccolo per un problema così grande.

Il “premier senza voto” in politica interna segue pedissequamente i diktat di Bruxelles: spremere i “soliti fessi”, finchè ne hanno, per pagare il debito pubblico. In politica estera idem. E siccome neppure l’Europa, Unita solo monetariamente ma mai politicamente, sa come rispondere alla minaccia terroristica dell’Isis se non sganciando
qualche bomba insieme a Putin, il “premier senza voto” si trova ‘spaesato’, senza linee guida da seguire, senza ordini ai quali obbedire e, pertanto, rispetto all’emergenza attentati risponde come meglio sa fare, ovvero con tanto fumo e zero arrosto: “Non credo che il cittadino italiano debba rinchiudersi in casa. Noi non sottovalutiamo i rischi che ci sono ma vogliamo dare un messaggio positivo, di ripartenza. Le grandi crisi internazionali in atto, non si risolvono con qualche dichiarazione verbale muscolare. Ci vuole un investimento di natura diplomatica. La posizione italiana sulla grave crisi che si vive a livello internazionale credo sia la più forte in prospettiva.” …un premier troppo piccolo per un problema così grande.

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