Elezioni si, elezioni no? Subito o il più tardi possibile?

di Guido Occelli. Elezioni. Per indole, convinzione e ispirazione, sono sempre e solo per la volontà popolare. Ma assolutamente non posso essere per la manipolazione delle masse. Aggiungo che biasimo con il massimo diniego le masse che si fanno manipolare, troppo spesso, in questi tempi, con il minimo sforzo e con i minimi argomenti. Come nel Medioevo, anacronisticamente in questo terzo millennio tecnologico, industrializzato, iperculturalizzato fatto da laureati, Erasmus, poliglotta, master, corsi di formazione, stage, curricula e che ne so, l’ignoranza, l’esemplificazione, la superficialità, il falso e inoculato senso di impotenza
e il senso di ricatto ne fa da padrone. Andiamo al voto quando volete, prima o poi, ma chiediamoci chi vota, chi e cosa, in che panorama e in che condizioni. Sicuramente il male peggiore di questo momento è l’essere governati da chi non rappresenta il popolo sovrano, di non avere al governo chi ha come mandato l’interesse dei più. Mi chiedo se andando al voto oggi sia possibile ricevere in risposta un’espressione popolare all’altezza delle esigenze rappresentative generali, o una risposta emotiva congeniata ad arte per manipolare le masse semplici e condizionabili. Le faccende MPS, Etruria & Co., l’immigrazione, false riforme oggi tutte messe in discussione al ribasso e tanto altro, hanno generato qualcosa che viene definito come “antipolitica”. Quell’antipolitica che avrebbe dovuto smantellare la politica mandandoli tutti a casa, aprire il Parlamento come una scatola di sardine, ma che di fatto è diventata politica al cento per cento, sostituendosi a se stessa, senza portare nessun guadagno e miglioria.
False notizie dei media e social, omissioni, distorsioni e sovraesposizioni di alcuni fatti, in onore alla pluralità e libertà di pensiero fatta di accuse reciproche di parzialità, false notizie, omissioni, distorsioni e sovraesposizioni, non fanno altro che allungare un brodo di faziosità e inaffidabilità che il cittadino votante percepisce e assimila nelle sue decisioni di voto. La propaganda elettorale è per sua definizione una forma di arte atta a condizionare i favori dell’elettore, e chi meglio riesce a convincere ed essere credibile nel raccogliere le aspettative dell’elettore, raccoglie i maggiori consensi. La capacità di mentire è proporzionale all’ingenuità e alla scarsa capacità di vedute di chi ascolta e approva. A mio giudizio è indispensabile e doveroso chiamare il prima possibile la cittadinanza al voto, perchè è inconcepibile vivere in un paese che vorrebbe essere all’avanguardia della democrazia moderna, senza elezioni popolari, dopo il quarto governo che non è espressione popolare (ricordo che il Governo italiano non è mai stato eletto dal popolo, ma incaricato dal Presidente della Repubblica, non eletto dal Popolo), ma mi pongo la questione con una prospettiva diversa da quella di tanti politicanti, sociologi e blasonati esperti sondaggisti. Senza mancare di rispetto a nessuna categoria che possa andare dalla casalinga o ai tanti casalinghi, manovali, trasportatori, professionisti (molti costretti a 14 ore di lavoro giornaliere per due soldi), pensionati, studenti, comunque persone che a fine giornata, così come i disoccupati che dopo ore ed ore trascorse tra siti di finta offerta di lavoro, play station, youporn, whatsapp per l’apericena, nulla hanno a (colpevolmente) interessarsi degli eventi politici, ma sicuramente (colpevolmente) certi che nulla va bene in questo paese per colpa di quella politica astratta, noiosa, contraddittoria inconcepibile e irraggiungibile, alla quale dare tutte le colpe e riversare ogni forma di frustrazione, senza per altro, cercare di capire le dinamiche, e magari farne parte. Questa è una gran parte del nostro magnifico Paese, diviso in tante parti, diviso in tante soluzioni di ogni male, diviso in tante colpevoli e indifferenti ignoranze, poche convinzioni e troppe semplificazioni, persone sfinite dai propri mali e insoddisfazioni, ma con tanta energia per lamentarsi e poca voglia di capire e reagire. Andiamo a votare in questo frangente dove una parte significativa del nostro Paese perdonerebbe al pseudo autonominato futuro premier il non riuscire a capire una mail esplicita, l’uso normale (non dico corretto perchè sarebbe troppo) dei congiuntivi, l’esatta collocazione geopolitica del Venezuela, una parte significativa che potrebbe regalare il governo del nostro paese a chi oggi è per l’uscita dall’euro, ieri era per il super euro, no aspetta, no no, siamo contro, a cosa? Si contro, fai tu, basta essere contro, per l’immigrazione mo vediamo, per l’occupazione non so, ma forse il reddito di cittadinanza, però non so chi lo pagherà, tutti a casa tranne noi, ecc ecc. Mentre gli altri stanno a guardare e indirettamente facilitano l’insediamento della nuova politica che è la “non politica”.

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