Elezioni in Uganda: una Bielorussia in territorio africano.

di Attilio Runello. Il 14 gennaio si vota in Uganda. Il paese è governato ininterrottamente dal 1986 dal partito Movimento di Resistenza Nazionale capeggiato sempre dal 1986 da Yoweri Museveni.
Yoweri Museveni designato candidato alle elezioni del 2021 | AFRICAYoweri Museveni guida il paese da 34 anni e grazie a due riforme costituzionali è riuscito ad eliminare il limite dei mandati e dell’età.
Le consultazioni elettorali che ci sono state in questi decenni hanno visto sfidanti elettorali vittime di oppressioni, violenze, arresti arbitrari, esclusione dalla partecipazione ai programmi nei media. Comunque non è mai arrivato ad eliminarli.
In queste elezioni lo sfidante più accreditato  è un giovane cantante conosciuto in ambito internazionale Robert Kyagulanyi alias Bobi Wine.
La notorietà del candidato è una carta che gioca a suo favore. Un’altra carta che gli da qualche chance di riuscita è l’uso dei social, in cui il settantaseienne  presidente non è presente.
Gli osservatori internazionali non sono presenti. L’Unione europea ha dichiarato che nonostante le raccomandazioni fatte in passato per delle libere elezioni nulla è stato fatto.
L’Uganda si trova nel centrafrica a sud del Sudan, confina con il Kenia e con Congo e Tanzania. Si tratta di un’area non esente da conflitti.
A difesa di Museveni va detto che ha garantito un periodo di relativa pace e stabilità al suo paese, che in Africa non è poco.
Il paese ha una superficie di poco inferiore a quella dell’Italia e una popolazione di oltre quaranta milioni di abitanti, in rapida crescita. Vive prevalentemente di agricoltura, allevamento e di pesca. Esporta caffè ma la bilancia commerciale non è attiva.
Di recente sono stati trovati giacimenti di petrolio, ma ancora da estrarre. Ha dei meravigliosi parchi nazionali e si affaccia sul lago Vittoria. Si trova prevalentemente su un altopiano e il clima è relativamente mite.
Sino al 1962 è stato protettorato britannico. Dopo il 1962 la situazione politica è stata fragile e dominata da colpi di stato.
Vi si parlano quaranta lingue. L’inglese rimane la lingua dell’amministrazione e il swahili quella del commercio. La religione cristiana è la più diffusa e non vi sono infiltrazioni dell’Isis.

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