È morto in prigione Navalny, il principale oppositore di Putin.

di Attilio Runello. Come ci si poteva immaginare è morto Navalny, il principale oppositore di Putin. Era a capo del partito Russia del futuro, partito costretto a disciogliersi nel 2021.

Qualche anno fa era stato avvelenato in Russia
 Era stato portato in Germania dove lo hanno curato.
Con il senno di poi avrebbe fatto meglio a rimanere all’estero. Ha creduto di poter rientrare in patria e riprendere la sua attività politica. E invece è stato condannato prima a tre anni di prigione, poi a sette e infine a diciannove. È stato trasferito in un carcere di estrema sicurezza in Siberia e da lì non è più ritornato.
La sua morte conferma il clima di intimidazione che esiste in Russia nei confronti degli oppositori.
Si era presentato alle elezioni a sindaco di Mosca ed era arrivato secondo.
Forse avrebbe dovuto imparare dall’eroina oppositrice di Lukashenko che dopo essersi presentata alle elezioni ed aver perso era fuggita in Lituania e da lì non è più ritornata.
Il suo partito si dichiarava nazionalista liberale. Al di là delle sue idee era quello che aveva definito il partito di Putin Russia unita un partito di ladri e truffatori.
Alcune centinaia di manifestanti si sono riuniti in piazza a manifestare. In gran parte sono stati arrestati.
Che nella Federazione russa non ci fosse una democrazia lo sapevamo, ma pensavamo che Putin non fosse un nemico dell’Occidente e tutto sommato un politico con cui si poteva trattare. L’invasione dell’Ucraina ci ha dimostrato il contrario. Lo ha fatto per ragioni di sicurezza
 Per non avere ai confini la NATO. La NATO ai confini la aveva già nei paesi baltici e nella Norvegia. Adesso se la trova anche in Finlandia. Ha il secondo esercito più forte del mondo dopo gli Stati Uniti e un arsenale nucleare da fare paura. Che cosa poteva temere se non che si diffonda una cultura occidentale in Russia? E forse questo pericolo rappresentava Navalny.

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1 Response

  1. Michele Macelletti ha detto:

    Navalny ha pagato con la vita il coraggio di aver sfidato apertamente e ripetutamente il regime criminale e liberticida di Putin.
    Già nel 2020 fu oggetto di un tentativo di avvelenamento con il Novichock. per chi sostiene le ragioni della libertà e della democrazia non può non chiedere che sia resa giustizia e verità per Navalny e per i tanti oppositori uccisi dalla tirannia che governa il Cremlino.

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