E’ legge il decreto “svuota carceri”.

Il Senato ha approvato in via definitiva il decreto cosiddetto ‘svuotacarceri’ con 195 sì e 57 no. Il decreto è ora legge dello Stato. Per protestare contro il provvedimento legislativo del governo i senatori della Lega, armati di fischietto, hanno mostrato ai banchi del governo il cartellino rosso e hanno esposto uno striscione, subito rimosso dai commessi dell’Aula, con la scritta: “Basta inganni e illusioni, governo Letta a casa subito!”. A prescindere da come la si pensi, in un paese normale e con un governo che funzioni, ci dovrebbero essere le guardie che arrestano i delinquenti, i giudici che li processano ed emettono la sentenza combinando loro la giusta pena, e gli istituti penitenziari dove poi la condanna andrebbe scontata. Insomma, la certezza della pena e il fatto di doverla scontare nel rispetto della dignità e dei diritti umani è senz’altro il metro con il quale si misura il livello di democrazia di un Paese moderno, civile ed evoluto. Amnistie, indulti e condoni rappresentano, invece, la sconfitta dello Stato di diritto, incapace di garantire la giusta detenzione a chi ha sbagliato, ma che comunque deve scontare la propria pena. Il problema del sovraffollamento degli istituti penitenziari non si risolve con lo ‘svuotacarceri’, ma costruendone di nuovi, ammodernando quelli vecchi e decrepiti, facendo la giusta prevenzione, attuando l’equità sociale, dando un lavoro a tutti e rispedendo al mittente gli extracomunitari condannati affinchè scontino la pena nel loro Paese d’origine. Ecco, comunque, i punti più importanti del provvedimento:
Carcerazione preventiva. Potrà essere disposta solo per i delitti per i quali è prevista la reclusione non inferiore nel massimo a 5 anni. Per evitare che tale soglia ne comporti l’esclusione, una specifica deroga è stata prevista per il finanziamento illecito dei partiti, mentre per il reato di stalking è stata aumentata la pena da 4 a 5 anni.
Sconti di pena anticipati. Quando la pena residua da espiare non supera i 3 anni (o 4 in casi particolari, come ad esempio le donne incinte o malati gravi) e i 6 per reati legati alla tossicodipendenza, si sospende l’esecuzione della pena applicando se possibile la libertà anticipata. In altri termini, le detrazioni di pena (45 giorni per ogni semestre) sono conteggiate anticipatamente così da limitare il ritorno in carcere per brevi periodi di detenzione. La misura non si applica a chi già si trova in carcere e ai condannati per i delitti gravi e per alcuni specifici reati (furto in abitazione e con strappo, maltrattamenti in famiglia, stalking e incendi boschivi).
Benefici ai recidivi. Cadono gli automatismi della ex Cirielli che precludono ai recidivi l’accesso ai benefici carcerari (domiciliari, liberazione anticipata, etc.). Restano però i limiti per ciò che riguarda i permessi premio e resta la condizione per i recidivi reiterati che l’affidamento in prova al servizio sociale, la detenzione domiciliare a la semilibertà siano concessi soltanto una volta.
Lavoro all’esterno. Il decreto estende le prestazioni di lavoro di detenuti e internati permettendo la partecipazione a titolo gratuito e volontario a progetti di pubblica utilità presso lo Stato, enti locali e organizzazioni di assistenza sociale e sanitaria. E’ prevista anche l’attività a sostegno delle famiglie delle vittime. Ai lavori di pubblica utilità potranno ora accedere anche tossicodipendenti condannati per reati connessi di basso spessore criminale.
Recupero post pena. Per favorire il reinserimento lavorativo è ampliato (18 mesi per chi ha beneficiato di misure alternative, 24 mesi per gli altri) il periodo successivo alla detenzione coperto dagli sgravi contributivi in caso di assunzione in cooperative sociali. Modificando la legge Smuraglia, è anche concesso un credito d’imposta alle imprese che assumono detenuti.
Infrastrutture carcerarie. Le funzioni del commissario straordinario sono prorogate fino al 31 dicembre 2014. Sono ampliate le sue competenze (escludendo comunque poteri derogatori del Codice degli appalti) in materia di programmazione, manutenzione, utilizzo e ristrutturazione di immobili dismessi, ma nel quadro di un coordinamento più incisivo con i ministeri della Giustizia e delle Infrastrutture e con il Parlamento. Vi è un obbligo di relazione semestrale alle commissioni competenti.

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