Certo che l’è dura tirare a campare con una pensione di 3.000 euro al giorno!

Se un Sergio Marchionne – Ad Fiat intasca un assegno di circa 131.000 euro al giorno, va da se che quando poi andrà in pensione non percepirà una liquidazione ed un assegno mensile di previdenza da quattro soldi come un comune lavoratore a busta paga. Come pure è altrettanto scontato che a fronte di certe remunerazioni lorsignori si augurino di lavorare per tutta la vita, altro che pensione di vecchiaia o di anzianità! Pertanto – per la proprietà transitiva e per uno scandalo tutto e solo italiano a stipendi d’oro corrispondono pensioni d’oro, a stipendi da fame pensioni da fame. Almeno che non si rientri nell’esclusivo club ‘esodati & disoccupati d’Italia’: senza pensione e senza stipendio! E adesso tenetevi forte. Ecco alcune cifre che la maggior parte degli italiani non vedono lontanamente nemmeno a fine anno.
91.337 euro è questo l’assegno mensile incassato come pensione da un più che fortunato ex lavoratore, Mauro Sentinelli, ex manager e ingegnere elettronico della Telecom. E’ lui che incassa il vitalizio previdenziale più ricco d’Italia. Tra il primo e il secondo posto c’è un salto di quasi trentamila euro: in seconda posizione infatti c’è un vitalizio di 66.436,88 euro. Sempre al mese. Ancora uno scalino e si arriva a 51.781,93, poi ancora a 50.885,43. Dal quinto al decimo posto si resta nella fascia dei 40.000 euro, esattamente da 47.934,61 a 41.707,54 euro. Cifre comunque di tutto rispetto, che seppure legalmente percepite e senza voler colpevolizzare i beneficiari di certi trattamenti previdenziali, perché frutto di applicazioni di leggi che consentono di cumulare diversi trattamenti pensionistici, certamente lasciano perplessi e sollecitano ad intervenire con urgenza sulle cosiddette pensioni d’oro che a volte diventano addirittura di platino. Per non scadere nella volgarità di citare la materia prima di cui sono fatte le pensioni maturate dai lavoratori dipendenti, sorvoliamo. Ma non possiamo far finta di niente, perchè è fin troppo evidente che il problema c’è, esiste ed è serio. Riguarda una questione di equità, di giustizia e di coesione sociale, non più trascurabile da chi di dovere. E’ inaccettabile che nel nostro Paese ci sia chi va in pensione con 3.000 euro al giorno e chi sopravvive con un assegno sociale di appena 500 euro al mese, soprattutto in un momento come quello attuale di grave crisi economica e di pesanti sacrifici che poi finiscono sempre col ricadere pesantemente sulle spalle dei soliti noti.

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