Dopo Verona, un Congresso Mondiale del Vivere Civile.
di Redazione. Si è aperto oggi il discusso “Congresso Mondiale delle Famiglie” a Verona. Una tre giorni accompagnata da polemiche politiche e non solo, fino all’ultimo ‘insulto’.
Due le fazioni in campo che si danno botte da orbi.
Da una parte, diciamo così i ‘sinistri’, che parlano di evento medioevale, di una visione che tende a sminuire il ruolo della donna.
Dall’altra parte, diciamo così i ‘destri’, che assicurano che si tratta di un Congresso in cui trionferà il modello della famiglia tradizionale, quella composta cioè da un uomo e una donna, tutto “in linea con i principi della Costituzione”.
Come sempre in medio stat virtus.
La società, il mondo, stanno cambiando e forse tutti noi non siamo pronti ad affrontare e a vivere con serenità certi ‘cambiamenti’.
Nella fattispecie è inutile negare l’evidenza dei fatti: ci sono gli omosessuali, ci sono gli eterosessuali, ci sono i transessuali, ci sono le convivenze, le unioni civili, i matrimoni tradizionali, le famiglie allargate, le adozioni, l’aborto, la contraccezione, la fecondazione assistita, gli uteri in affitto.
Far finta di niente o peggio ancora imporre il proprio orientamento a chi non la pensa allo stesso modo è sempre e comunque una violenza. Bisogna saper accettare le diversità, a patto che non vengano a limitare diritti e libertà di chi la pensa in maniera diametralmente opposta. E questo assunto, naturalmente, dovrebbe valere per tutti, sia per i ‘sinistri’ che per i ‘destri’!
Per me la famiglia è sacra, ma lì si parla della donna come quella che se ne deve stare a casa a fare i servizi, della donna come essere inferiore all’uomo.
Io vado a Verona per difendere la famiglia composta da mamma e papà. Finché campo difendo il diritto del bambino ad avere una mamma e un papà e a essere adottato dove ci sono una mamma e un papà. Andrò a ribadire la libertà di scelta di tutti e per tutti: le conquiste sociali non si toccano, non si discute sulla revisione dell’ aborto del divorzio, della libertà di scelta per donne e uomini. Si ragiona su come aiutare le famiglie italiane: mamme e papà, coi bimbi e coi nonni e uscire da una situazione di povertà che a volte, dopo la nascita di un figlio, ti entra in casa.
Mi sembra necessario che si capisca che gli estremismi non ci portano da nessuna parte. Se da un lato per difendere il sacrosanto diritto di fare le scelte sessuali e sentimentali che più aggradano non è necessario finanziare un gay pride, dall’altro è fondamentale dire che per parlare di famiglia non serve essere in odore di santità.